Africa
Libia – Le masse entrano in scena
Era la sera di venerdì Primo luglio, quando è scoppiata una rivolta in tutta la Libia. La sede del Parlamento a Tobruk, in Cirenaica, è stata presa d’assalto dai manifestanti e poi parzialmente bruciata, dopo che le masse hanno fatto uso di un bulldozer per sfondare i cancelli del palazzo. Manifestazioni di massa si sono tenute in tutte le principali città.
Algeria – Il Pst messo al bando dal regime: basta con la repressione
Il Consiglio di Stato algerino ha messo al bando il Partito Socialista dei Lavoratori (PST) e chiuso le sue sedi. Questo atto scandaloso di repressione politica fa parte di una repressione costante e generalizzata dell’attivismo di sinistra, delle libertà democratiche e del movimento rivoluzionario Hirak. La Tendenza Marxista Internazionale (TMI) condanna fermamente questo provvedimento vergognoso e invia la sua solidarietà al PST.
Sudan – L’ultimo avvertimento
Lo scorso 17 novembre, è stato finora il giorno più sanguinoso da quando è avvenuto il colpo di stato in Sudan. Un corteo a livello nazionale è stato accolto con la più micidiale repressione mai fatta dalle forze di sicurezza. Questo massacro deve essere un ultimo monito alle masse: solo l’autodifesa armata con ogni mezzo necessario può garantire una vittoria alla Rivoluzione sudanese.
Sudan: la marcia dei milioni e la frusta della reazione, le masse devono contrattaccare!
Lo scorso 30 ottobre in Sudan quattro milioni di persone sono scese in piazza per la manifestazione nazionale contro il colpo di Stato militare di lunedì (25 ottobre, NdT). Nel frattempo uno sciopero generale bloccava il Paese grazie alla solidarietà di decine di sindacati e organizzazioni professionali. La controrivoluzione ha risposto con la violenza più cruda, causando pesanti perdite e costringendo le masse alla ritirata. Ora la rivoluzione sudanese è davanti a un bivio decisivo.
Golpe costituzionale in Tunisia: nessuna fiducia ad ogni fazione borghese
Un decennio dopo che la rivoluzione del 2010-2011 spodestò l’odiato dittatore Ben Ali, un’ondata di proteste anti-governative ha scosso la Tunisia. Il governo è stato deposto da una congiura di palazzo, ma non si può fare affidamento in nessuna delle fazioni borghesi. Le masse possono affidarsi solo alle proprie forze. È necessario una nuova insurrezione rivoluzionaria da parte dei lavoratori e dei giovani per conquistare un vero futuro.
Algeria: le elezioni del regime sconfitte dal boicottaggio di massa
Le elezioni parlamentari del 12 giugno avevano l’obiettivo di dare legittimità al regime, ponendo fine a due anni di movimento (hirak) rivoluzionario. Invece, nonostante una repressione capillare durante il voto, il boicottaggio ha avuto una partecipazione di massa.
Sud Africa – I portuali di Durban si rifiutano di scaricare una nave israeliana, “se toccano uno toccano tutti”
Negli ultimi giorni, i portuali del South African Transport and Allied Workers Union (SATAWU, Sindacato dei trasporti) della città di Durban si sono rifiutati di gestire il carico di una
In Senegal esplode una collera insurrezionale
Negli ultimi giorni una vera e propria eruzione sociale ha scosso il Senegal, paese dell’Africa occidentale. Il movimento, apparentemente emerso dal nulla, ha rapidamente acquisito caratteristiche insurrezionali con lo stato che ha perso completamente il controllo di gran parte della capitale Dakar a causa delle proteste dei manifestanti.
La crisi del Tigrè in Etiopia: socialismo o barbarie
Il 29 Novembre il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha annunciato tramite un tweet la conquista da parte dell’esercito della città di Macallè, capitale della regione del Tigrè, nel nord dell’Etiopia. Sembrerebbe l’epilogo di una guerra che ha causato un numero imprecisato di morti e feriti e 40mila profughi che si sono rifugiati in Sudan. Di seguito riportiamo un articolo scritto dai nostri compagni sudafricani che fa chiarezza su quanto è avvenuto e sui retroscena del conflitto
Il massacro della gioventù nigeriana fa esplodere una rabbia insurrezionale
I giovani nigeriani si sono ribellati alla brutalità della SARS, l’odiata squadra speciale di polizia. Né le concessioni né la frusta della reazione hanno sconfitto il movimento #EndSars, ma lo hanno fatto crescere ancora di più. Questo esplosione spontanea di rabbia deve essere posta su una base politica organizzata, rivolta esplicitamente contro il marcio regime capitalista.