Castelfrigo: le cariche e le intimidazioni non fermano la lotta
Castelnuovo Rangone (Mo) – Alla Castelfrigo è ripreso lo sciopero ad oltranza con presidio, dopo che l’azienda ha interrotto in maniera unilaterale le trattative.
Dopo che a fine gennaio i lavoratori esterni, seguiti dalla maggioranza dei lavoratori diretti, erano scesi in sciopero richiedendo che venisse riconosciuta la loro reale mansione, l’azienda aveva accettato di aprire un tavolo di trattativa. I lavoratori decidevano quindi di sospendere la mobilitazione (vedi Rivoluzione n.14).
A quel punto la Castelfrigo è tornata ad assumere un atteggiamento intransigente, chiudendo ogni possibile discussione.
Ma non ha fatto i conti con la determinazione dei lavoratori, che giovedì sono immediatamente tornati in sciopero ad oltranza, bloccando completamente la produzione.
Una determinazione tale che ha spinto la Cgil a organizzare la mobilitazione, un tendone per ripararsi dalla pioggia battente e come punto ristoro, oltre che a portare lavoratori, delegati sindacali e i direttivi Fiom e Flai al completo davanti all’azienda in supporto ai facchini e ai picchettaggi.
L’azienda si sente forte non solo dell’appoggio dalle altre industrie del settore per le quali il riconoscimento delle leggi e quindi i diritti dei lavoratori, non e’ altro che una perdita di profitti quindi ben vengano le false cooperative che portano manodopera a basso costo, ma anche dalla politica, visto che nei giorni scorsi il deputato del Pd Matteo Ricchetti (ma non dubitiamo che abbia l’appoggio del partito al complete) ha definito lo lotta alla Castelfrigo come “scioperi contro chi vuole lavorare”.
È in questo contesto che i padroni della Castelfrigo, hanno chiamato dei vigilantes e le forze dello stato per contrastare i picchetti. Dopo che venerdi scorso la polizia ha intimidito i lavoratori che volevano parlare con i (pochi) facchini che cercavano di entrare, ieri mattina ha effettuato una carica contro il picchetto. Il carattere intimidatorio è palese, dal momento che, a parte alcuni tempi determinati, i lavoratori, sia diretti che indiretti, sono rimasti fuori dai cancelli.
Il morale al presidio è alto, come pure la determinazione.
oggi ci sarà un ulteriore incontro tra l’azienda, i lavoratori e i rappresentanti di Flai e Filt. Se non ci saranno dei passi indietro da parte dei padroni, va alzato il livello dello scontro, organizzando una cassa di resistenza e uno sciopero provinciale, perché come stanno dimostrando queste giornate, non ci sono istituzioni amiche, ma solo la lotta unita dei lavoratori.
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