Caserta, terra di… dissesto
Dal dicembre 2015 l’Ente provincia Caserta si trova in una situazione di dissesto finanziario, le problematiche che hanno contribuito a tale situazione, che era prevedibile ben prima della data citata, sono da ricercare in anni e anni di gestione politica clientelare e a servizio delle grandi imprese, sia di centrodestra che centrosinistra e negli effetti ancor più devastanti che ha avuto la crisi economica al sud.
Il dissesto ha provocato una dinamica a catena, alcune scuole chiuse, perché non agibili (la maggior parte delle scuole presenta delle problematiche strutturali serie,come il logoramento dei pilastri portanti,in scuole anche di 5 piani), come nel caso degli istituti Buonarroti e Mattei, altre scuole potrebbero essere chiuse se i fondi dal governo non arriveranno.
Sul versante lavorativo la questione è altrettanto seria,ci sono stati già dei licenziamenti come quelli della società s.a.m.i.r., che si occupava delle pulizie degli edifici della provincia, altri potrebbero arrivare nella società terradilavoro spa, società che si occupa di lavori di manutenzione legati alla viabilità,all’edilizia scolastica e impianti termici, la società ha in organico 64 lavoratori, anche i dipendenti della funzione pubblica non se la passano meglio visto che nell’ultimo mese non hanno percepito lo stipendio. Si contano in tutto tra i 500/600 posti di lavoro a rischio. Le forze politiche che si incaricano di risolvere la situazione sono le stesse che hanno contribuito ad arrivare a questo punto, nessuna risposta né soluzione sono arrivate nei tanti incontri che ci sono stati tra le parti.
Dopo essere scesi in piazza in autunno gli studenti stanno diventando di nuovo i protagonisti, insieme ai lavoratori. Un corteo dei due istituti superiori già chiusi, Mattei e Buonarroti, ha visto la partecipazione di circa 1000 studenti, mentre i lavoratori sono già da un mese e mezzo in presidio sotto la sede della Provincia.
La situazione drammatica a cui sono soggetti i lavoratori e gli istituti superiori rappresenta solo il primo pezzo del domino, infatti molte province italiane potrebbero trovarsi nel prossimo periodo a vivere la stessa situazione. Spettatore impassibile è il governo che permette l’ulteriore smantellamento della scuola pubblica e la perdita di occupazione in un territorio già martoriato. Parallelamente a questa situazione il governo sborsa fior fior di miliardi per salvare le banche, senza dimenticare ulteriori miliardi investiti ogni anno in spese militari.
Il corteo studentesco del 20 maggio e il presidio,del 23, sotto la sede della prefettura a Caserta, chiamato dai sindacati confederali dei dipendenti della funzione pubblica devono rappresentare due momenti per unire la voce di studenti e lavoratori. La risoluzione della crisi passa proprio da questa unione nella lotta.
Bisogna rivendicare le dimissioni immediate del presidente della provincia,scongiurare i licenziamenti e ricollocare i lavoratori già licenziati, un piano di edilizia scolastico adeguato a coprire le spese per la messa in sicurezza di tutte le scuole, piano industriale per il mantenimento dei livelli occupazionali, nuove assunzioni e soprattutto le dimissioni immediate del governo Gentiloni sempre più paladino e protettore di un sistema che foraggia padroni e banchieri ma lascia nell’abbandono e nella fame lavoratori e studenti.
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