Case di riposo e comunità residenziali: gli operatori sociosanitari e gli educatori non sono carne da macello!

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Case di riposo e comunità residenziali: gli operatori sociosanitari e gli educatori non sono carne da macello!

Pubblichiamo un appello di operatori sanitari e educatori di case di riposo e comunità residenziali che denunciano la grande carenza di sicurezza nelle strutture. Carenze che sono la causa dell’enorme e tragica diffusione del virus tra anziani e disabili, di cui sono purtroppo piene le cronache.

L’analisi, la denuncia politica e le rivendicazioni si inseriscono pienamente nella campagna lanciata dall’appello “I lavoratori non sono carne da macello”. Leggete e diffondete!

 

Noi operatori socio sanitari ed educatori delle case di riposo e le comunità residenziali, denunciamo i dirigenti della Regione Emilia Romagna e le USL di non aver preso le necessarie misure di sicurezza contro il Covid-19 !

Le uniche misure che erano state prese dalla metà di marzo era l’isolamento degli ospiti dalle visite dei familiari e dalle attività esterne. L’USL non ha predisposto nessun protocollo di emergenza per le case di riposo e le comunità residenziali nel caso che ci fossero stati dei contagi all’interno delle strutture. All’insorgere di sintomi simili a quelli descritti dalla Sanità Mondiale sul Coronavirus, molti istituti si sono trovati impreparati, senza un protocollo che prevedesse la messa in sicurezza degli ospiti e degli operatori.

Sono mancati fin da subito i dispositivi di sicurezza e ogni struttura è stata lasciata sola, costretta ad inventarsi strategie per affrontare la pandemia. Gli operatori in maggioranza OSS e educatori ma anche gli infermieri, si sono trovati in situazioni pericolose per la loro salute, dovendo curare e accudire gli ospiti sospetti di aver contratto il Covid-19 senza gli adeguati dispositivi di sicurezza.

In pochi giorni infatti molte strutture sono diventate dei focolai del Covid-19 con molti ospiti e operatori contagiati con sintomi. Naturalmente il rischio di contagio non si ferma solo tra pazienti e operatori ma si diffonde, tramite questi ultimi, anche ai famigliari e all’intera comunità.

Chi lavora nelle case di riposo oppure nelle comunità residenziali per persone disabili sa benissimo che la carica di lavoro e lo stress di dover affrontare una giornata normale è già molto impegnativa, se a questo si aggiunge il dover anche seguire persone sospette di aver contratto il Covid-19 senza un’adeguata preparazione è inaccettabile, perché va oltre le mansioni della nostra categoria.

Non aver predisposto un luogo di cura al di fuori dalle strutture non ha fatto altro che peggiorare la situazione, infettando un maggior numero di persone e rendendo il luogo di lavoro pericoloso sia a livello fisico che a livello psicologico.

Nelle residenze per le persone disabili si sarebbe dovuto organizzare l’allestimento di spazi alternativi per evitare l’affollamento, che è una delle cause di contagio.

Si sarebbe dovuto fornire mascherine chirurgiche agli ospiti fin da subito e non a fine di marzo quando era già in atto l’emergenza.

Gli operatori socio-sanitari che svolgano servizio a domicilio sono stati abbandonati e costretti a svolgere il loro servizio senza essere formati e forniti di dispositivi di sicurezza.

In molti casi gli Uffici di Igiene Pubblica hanno istruito con troppa lentezza gli operatori sul come muoversi per la loro sicurezza personale e quella delle persone con cui sono a contatto (famigliari e assistiti).

I tamponi promessi dalla Regione si fanno con grandi ritardi e poca chiarezza.

È necessario che i lavoratori si organizzino per richiedere che siano immediatamente rispettate le misure di sicurezza per evitare che le residenze per persone disabili e le case di riposo continuino ad essere dei focolai di Covid-19 e che ad operatori e ospiti siano fornite le adeguate protezioni.

La nostra categoria deve muoversi per tutelare la propria sicurezza lavorativa e rivendicare condizioni contrattuali più dignitose!

Dopo anni di tagli alla sanità ed esternalizzazioni, vediamo i risultati: nessuna sicurezza per assistiti e lavoratori.

È necessario fin da subito

  • Isolare gli assistiti malati spostandoli in strutture separate idonee (per chi non può restare a casa) aggiungendo personale dove necessario
  • Materiali protettivi idonei in quantità sufficiente per operatori e addetti alle pulizie (camici, calzari, mascherine idonee per Covid-19, …)
  • Formazione continua per tutti gli OSS ed educatori
  • Inserimento di personale medico qualificato per la gestione specifica dei malati per Covid-19
  • Piano di assunzione pubblica di personale sanitario e sociosanitario
  • Aumento finanziamenti pubblici in sanità e in tutti i servizi sociali pubblici.

Contattaci e unisciti a noi!

[email protected]Umberto tel. 3351094327

 

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