Brasile: La lotta è per l’abolizione dell’ordine esistente
Sia il debito interno che quello estero del Brasile sono schizzati alle stelle. Il debito interno ha raggiunto i 3.6 mila miliardi di real e il debito estero è ora a 555 miliardi di dollari. Il capitale internazionale sta iniziando a preoccuparsi per la prospettiva di un default.
I tassi di interesse sono aumentati, il dollaro si è apprezzato molto rispetto al real, e l’inflazione ha raggiunto il 9,5%. Il governo sta attuando misure fiscali più rigide per garantire un avanzo di bilancio primario, al fine di pagare gli interessi sul debito.
Il cosiddetto “paese dell’istruzione” è testimone di tagli al budget che hanno portato al più grande movimento di scioperi nelle università da anni. Nello stato di Rio Grande do Sul, il governatore ha ridotto drasticamente i salari dei dipendenti pubblici. I licenziamenti hanno raggiunto quota 1 milione e la politica di moderazione salariale continua nel settore pubblico e privato.
A questo dobbiamo aggiungere un aumento della repressione. Leggi anti-terrorismo sono state inviate con procedimento d’urgenza per l’approvazione al Congresso. E’ stata fatta passare una riforma politica antidemocratica che mira a evitare che la voce delle strade raggiunga il Congresso.
Il governo, le istituzioni e i partiti borghesi si stanno preparando per la guerra civile contro i lavoratori, i giovani e le loro organizzazioni. Lo dimostra chiaramente la rivolta degli studenti delle scuole superiori che ha avuto inizio a San Paolo.
Il governo di Dilma è il più isolato politicamente dal 1992 quando milioni di persone nelle strade rovesciarono il governo di Collor. In questa situazione, nella quale in un regime realmente democratico il governo sarebbe già caduto e sarebbero state proclamate nuove elezioni, non è escluso che Dilma, di fronte all’odio del popolo e l’incapacità di governare, possa essere costretta a dimettersi.
Le diverse cricche borghesi sono divise su cosa fare con il governo. Alcuni parlano di impeachment, altri di un procedimento legale attraverso la magistratura o le dimissioni. Ma tutti temono che la caduta del governo apra una situazione che potrebbe sfuggire al loro controllo.
La corruzione sembra una coperta che copre tutto il paese, le sue istituzioni, i partiti e i politici. Il Tribunal de Contas da União (un’istituuzione simile alla Corte dei Conti, ndt) ha ipocritamente respinto il bilancio del governo Dilma, anche se ha proceduto semplicemente come avevano fatto tutti i governi precedenti. il giudice che ha espresso il parere è a sua volta accusato di aver ricevuto milioni di Real da una società che ha commesso frode fiscale. Il presidente del Congresso, Cunha, è stato arrestato per un conto corrente segreto in dollari in Svizzera.
Ciò che è chiaro è che “i governanti non possono governare come prima e coloro che stanno in basso non vogliono più vivere come prima.”
L’aumento del numero di scioperi e degli scioperanti, la loro durata e combattività, come lo sciopero generale dei dipendenti pubblici a Rio Grande do Sul, gli scioperi a tutti i livelli dei dipendenti pubblici (che hanno coinvolto 34 università federali, 64 Istituti Tecnici), gli scioperi dei lavoratori in diversi settori, metalmeccanici (GM, Mercedes, Volkswagen, nel cantiere navale Jurong Aracruz), i lavoratori del petrolio, quelli delle ferrovie, i bancari, così come gli scioperi degli studenti universitari, e la bassa percentuale da record di appoggio a Dilma (7%), mostrano che «”coloro che stanno in basso non vogliono più vivere come prima.”
Nel frattempo, questa combattività è vanificata dal tradimento dei dirigenti sindacali, che stanno firmando accordi che riducono i salari per mantenere i profitti padronali. Quest’anno già 11 settori hanno firmato accordi collettivi con aumenti salariali al di sotto del livello dell’inflazione.
Non è sorprendente che il partito della maggioranza della popolazione sia ora il partito del ”que se vayan todos!”. In questo senso è necessario portare avanti slogan che aumentino la prospettiva di “cambiare l’intero stato di cose”. Per aumentare, come dice il Manifesto del Partito Comunista, la prospettiva della soppressione di ogni ordine esistente. Per i marxisti, la lotta per la democrazia ha senso solo se questa significa far avanzare la lotta per la rivoluzione sociale.
Solo l’auto-organizzazione dei lavoratori, solo la loro mobilitazione indipendente è in grado di creare una forza che può spazzare via le attuali istituzioni marce e costruire nuove istituzioni che siano autenticamente popolari e democratiche, una Assemblea Costituente Popolare Nazionale.
E’ con questa prospettiva che Esquerda Marxista si batte per il Fronte Unico della sinistra, in grado di costruire / ricostruire un partito indipendente della classe operaia.
Per una Assemblea Costituente Popolare Nazionale!
Per un governo dei lavoratori!
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