Bologna – Il passante di mezzo asfalta ogni illusione sul Comune “progressista”
Il 29 ottobre si insediava il nuovo consiglio comunale, con molti consiglieri della maggioranza arrivati in bici a palazzo d’Accursio, strizzando l’occhio a quella parte di società civile che li aveva votati ed eletti nel nome della transizione ecologica. Speranze tradite immediatamente, quando nel consiglio comunale notturno a cavallo tra il 27 e il 28 dicembre la stessa maggioranza “ambientalista” ha votato per l’allargamento del passante di mezzo. Ennesima grande opera inutile, che comporterà l’allargamento di tangenziale e autostrada, da 12 a ben 18 corsie che attraverseranno Bologna, aumentando enormemente le emissioni di anidride carbonica e polveri sottili in una città già falcidiata dall’emergenza smog!
A votare a favore tutta la maggioranza di centro-sinistra. L’ala “sinistra” della giunta, Coalizione civica (Sinistra italiana, Coraggiosa e area della disobbedienza), con in testa la vicesindaca Emily Clancy, ha giustificato la propria decisione sbandierando la truffa del passante di nuova generazione che “ridurrà l’inquinamento atmosferico”.
Luca Mercalli, famoso climatologo, ha denunciato l’inconsistenza delle “mitigazioni”: costruire una mega autostrada e spacciare le eventuali mitigazioni ambientali per una conquista è come tagliare una gamba sana a qualcuno e poi vendergli una nuova protesi in titanio come un grande affare.
I dubbi sulle opere di mitigazione sono condivisi anche dal CNR: “In linea generale gli analoghi esempi di applicazione in Italia e nel mondo si sono rivelati di scarsa efficacia e in molti casi gli impianti sono stati dismessi.” Inoltre il voto al passante dà il via libera allo stanziamento di fondi per la realizzazione dell’autostrada, ma rimanda ad una ipotetica fase 2 la realizzazione delle opere di mitigazione. L’unica certezza è che Bologna sarà sventrata per anni da un mega-cantiere, che non fluidificherà il traffico, ma lo congestionerà ulteriormente.

Com’è e come sarà
I movimenti ambientalisti, su cui Coalizione Civica ha puntato molto per ottenere il proprio sostegno elettorale, sono sul piede di guerra. Il 16 gennaio la Rete per le lotte ambientali ha convocato una manifestazione molto partecipata, in cui la delusione nei confronti dei consiglieri di Coalizione Civica era palpabile. Gli stessi che pochi mesi prima scendevano in piazza al nostro fianco, in poco tempo si sono trasformati nei più fedeli sostenitori del passante: un tradimento in piena regola! L’illusione di avere all’interno del Palazzo un partito e consiglieri amici si è dissolta in poco tempo. Il Partito Democratico, partito della Lega delle cooperative al servizio del grande capitale, non ha alcuna volontà di rappresentare gli interessi della collettività.
Questa vicenda sottolinea l’impossibilità di coniugare gli interessi del grande capitale con quelli degli sfruttati. La Rete per le lotte ambientali ha deciso, giustamente, di riprendere la strada della mobilitazione, convocando per il 27 febbraio una nuova giornata di lotta. Può rappresentare una data importante se costituirà una rottura con la “sinistra” moderata e se svilupperà un programma alternativo alle logiche del capitale su trasporti e mobilità.
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