Basta salari da fame! Per una nuova Scala Mobile
Il testo del volantino della campagna promossa da Giornate di Marzo – Area alternativa in Cgil, che distribuiremo davanti ai luoghi di lavoro in tutta Italia.
Se vuoi contribuire a questa campagna, contattaci.
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La situazione economica è diventata intollerabile. Sono ormai due anni che l’inflazione divora i salari e nessuna contromisura è stata presa. Ci dicevano che l’esplosione dei prezzi era passeggera e invece è sempre peggio.
L’inflazione non è una sventura caduta dal cielo, è una conseguenza della crisi del capitalismo. Gli enormi piani di spesa finanziati stampando denaro sono risultati un fiume di spese speculative che hanno fatto saltare i prezzi, a cui va aggiunta la guerra e l’aumento delle spese militari.
Non siamo tutti nella stessa barca: mentre i salari sono al palo, i profitti sono schizzati alle stelle. Lo dicono anche le istituzioni internazionali, nel 2022 i salari reali sono calati di almeno il 6% e i margini delle imprese sono saliti del 7%.
Gli aumenti peggiori si concentrano nei beni essenziali di largo consumo. Per chi è povero l’inflazione è peggiore. Anche quando petrolio e gas scendono, il prezzo della benzina o delle bollette è rapido a salire ma molto lento a scendere. Un terzo delle famiglie fatica a pagare mutuo e affitto.
Come se non bastasse, è arrivato il governo Meloni a metterci altre due dita negli occhi col decreto del 1° Maggio. Mentre fanno i giochi delle tre carte con gli sgravi, dandoci qualche spicciolo di soldi già nostri (esattamente come fece Renzi con gli 80 euro), si accaniscono su chi sta peggio, precari e disoccupati, tagliando il reddito di cittadinanza e allargando ancora di più le maglie del precariato. I voucher sono uno strumento per sfruttare di più e nascondere meglio il lavoro nero.
La cosa più grave di fronte a questo scempio è l’immobilismo totale dei dirigenti sindacali, in particolare della Cgil. Mentre in Francia, in Gran Bretagna, in Grecia, in Germania, i lavoratori scioperano in modo imponente, qui si resta fermi da mesi a ripetere come un disco rotto che il governo ci deve ascoltare.
Ci sono quasi 7 milioni di lavoratori coi contratti scaduti, e anche i contratti firmati negli ultimi anni non coprono minimamente l’aumento dei prezzi, non parliamo poi di aumenti reali. Ogni giorno perdiamo soldi, questa è la realtà.
Come lavoratori, delegati e attivisti sindacali crediamo che sia urgente lanciare una seria controffensiva, che parta dai luoghi di lavoro per discutere rivendicazioni serie, all’altezza delle necessità, e metodi di lotta incisivi per ottenerle.
1) È essenziale riavere un meccanismo automatico come la scala mobile, che copra il salario reale dall’inflazione per tutti. Ricordiamo che a questa proposta secondo i sondaggi si sono dichiarati favorevoli l’87% degli italiani. Il continuo aumento dell’inflazione mentre i salari rimangono al palo dimostra che non sono i salari responsabili dell’inflazione.
2) Contratti: i salari hanno perso in media il 15%, ovvero ci mancano mediamente 300 euro in busta solo per recuperare quanto perso. Questa deve essere la base di partenza sulla quale costruire le piattaforme dei contratti scaduti: recupero del salario reale e aumenti uguali per tutti non inferiori all’inflazione.
3) Per una offensiva generale contro la precarietà, a partire dal decreto del 1° Maggio, ma anche per attaccare i veri pilastri del precariato: la legge 30, il sistema degli appalti e subappalti. Il contratto a tempo indeterminato deve tornare ad essere il contratto di lavoro normale.
È necessario aprire una vera discussione in tutti i luoghi di lavoro su queste rivendicazioni, per organizzare assemblee, incontri, coordinamenti fra aziende e delegati, come primo passo per questa lotta. Su questa strada si può creare la compattezza e la fiducia necessaria fra i lavoratori per sostenere forme di lotta incisive, a partire da veri scioperi sia articolati che di categoria o generali, indispensabili per affrontare la situazione.
Sappiamo bene che i lavoratori hanno bisogno di organizzazione e di unità. Il primo passo per raggiungerle è mobilitarci dal basso e suonare la sveglia nei piani alti sindacali, dove si dorme da troppo tempo mentre le nostre condizioni sprofondano.
Il sindacato deve tornare ad essere uno strumento di lotta e di difesa dei lavoratori!
Giornate di MARZO Area d’alternativa in CGIL
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