Argentina – Basta con la repressione di Macri contro gli attivisti di sinistra!

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Argentina – Basta con la repressione di Macri contro gli attivisti di sinistra!

A seguito delle enormi proteste contro la riforma del sistema previdenziale in Argentina del dicembre scorso, il governo di destra di Macri ha lanciato un’offensiva a colpi di repressione e criminalizzazione contro le organizzazioni e gli attivisti di sinistra. Due membri del Partido Obrero sono stati arrestati e diversi attivisti di altre organizzazioni (compresi alcuni deputati) sono stati incriminati. La Tendenza Marxista Internazionale esprime la sua solidarietà con i compagni, chiede la fine di ogni repressione e invita gli attivisti della classe operaia e della solidarietà a livello internazionale a esprimere il loro sostegno.

Il 14 dicembre, un’enorme mobilitazione ha impedito al governo Macri di approvare una controriforma brutale del sistema pensionistico. Questo è stato l’ultimo di una serie di misure antioperaie e rivolte contro la maggioranza della popolazione portate avanti dal governo di Cambiemos da quando è salito al potere nel dicembre 2015. Il 18 dicembre un’altra enorme mobilitazione di centinaia di migliaia di persone ha tentato di fermare la controriforma delle pensioni. Lo stato ha usato la repressione brutale per disperdere i manifestanti, attaccando la stampa, usando proiettili di gomma e gas lacrimogeni, inseguendo i manifestanti con le moto della polizia e usando agenti provocatori che incitavano alla violenza. I manifestanti hanno tentato di difendersi e proteggere il corteo.

Ora il governo ha avviato una serie di cause giudiziarie per “tumulto”, incolpando i manifestanti della violenza e accusandoli di cospirazione volta all’utilizzo della violenza per fermare i lavori del parlamento. Due membri del Partido Obrero: Javier Arakaki e Lucas Sauret, sono stati incriminati alla fine di dicembre e Arakaki è detenuto in custodia cautelare, in attesa di giudizio. L’intero capo di accusa nei loro confronti è fabbricato ad arte e non ci sono prove per i crimini di cui sono accusati. Inoltre non ci sono motivi per trattenere in carcere Arakaki, dato che si è consegnato alla polizia e non vi è alcun rischio di fuga. Nel frattempo, l’unico poliziotto arrestato è stato rilasciato senza accuse, anche se il filmato lo mostra mentre passa sopra un manifestante con la sua moto in maniera deliberata (vedi di seguito). Anche un altro membro del PO, Dimas Ponce, è stato accusato ed è probabile che venga arrestato oggi.

Undici deputati kirchneristi e del PTS (Partido Socialista de los Trabajadores) sono anche accusati di aver aggredito agenti di polizia o di averli ostacolato nell’esercizio delle loro funzioni durante le proteste del 15 dicembre

Il 5 gennaio scorso Patricia Bullrich, il ministro dell’Interno, ha accusato il Partido Obrero di aver collocato due ordigni esplosivi in ​​un’auto blindata all’esterno del Dipartimento centrale della Polizia federale.

C’erano dei “volantini del PO” sulla scena del crimine. Questa è una provocazione chiaramente fabbricata ad arte. Chiunque abbia familiarità con la politica del PO sa che questo partito è contrario ai metodi del terrorismo individuale.

Quest’ultima offensiva repressiva da parte dello stato si aggiunge a altri casi importanti di attacco ai diritti democratici sotto il governo Macri. Ad esempio, l’arresto dell’attivista sindacale e dei movimenti sociali Milagros Salas, condannata per “tumulto”, “incitamento” e “sedizione” per il suo ruolo nell’organizzazione di proteste contro il governo. C’è anche il caso dell’uccisione di Santiago Maldonado, attivo nella difesa dei diritti dei mapuche, per mano della polizia.

Il governo e lo stato argentino sono stati umiliati il ​​14 dicembre, quando inizialmente le proteste di massa hanno impedito l’approvazione della riforma previdenziale. Ora vogliono vendicarsi e inviare un chiaro segnale agli attivisti sociali e sindacali che protestare non è ammesso. Prendere di mira i militanti di sinistra ha lo scopo di inviare un messaggio a settori della popolazione più larghi che il governo continuerà a portare avanti le sue politiche e non consentirà alle proteste di mettersi di traverso. Nei prossimi mesi il governo Macri intende varare una controriforma della legge sul lavoro che distruggerebbe i diritti che il movimento operaio argentino ha conquistato in decenni di lotte. Il governo si sta preparando a questo affondo cercando di decapitare la leadership del movimento che vi si oppone.
Il movimento operaio e la sinistra devono reagire in modo unitario, organizzando una lotta congiunta contro la repressione, contro le misure antioperaie del governo e contro la burocrazia sindacale che ha permesso che fossero approvate.

Chiediamo alle organizzazioni di sinistra e del movimento operaio a livello internazionale di fare propria la causa dei compagni che subiscono la repressione in Argentina. Un’offesa a uno è un’offesa a tutti!

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