ATM – La dignità non ha prezzo
Se le “opere” previste per Expo sono in ritardo, l’organizzazione del lavoro di tutto il personale che dovrà operare per il funzionamento stesso dell’evento è, se possibile, ancora più indietro.
Il caso estremo è quello del personale Atm, dove il problema dei carichi di lavoro eccessivi è già attuale senza attendere l’inizio di Expo. Recentemente è stato pubblicato su Repubblica il caso della tabella di lavoro di un conducente che risulterebbe avere prestato servizio dalle 5 del mattino sino alle 2 del giorno successivo, praticamente per 21 ore consecutive. Il caso sarà “eccezionale”, ma di conducenti costretti a rimanere alla guida anche per quattordici ore al giorno o che hanno difficoltà ad usufruire delle ferie certo non ne mancano!
I “rinforzi” per Expo hanno portato all’assunzione di 90 conducenti di linea che su una platea di circa 4mila autisti sono poco più che una goccia nel mare, non essendo in grado di colmare le carenze già esistenti. Le ulteriori 200 assunzioni previste, che quindi arriveranno a manifestazione già iniziata, riguarderanno tutti i settori aziendali.
Il problema non è soltanto se il lavoro extra richiesto verrà indennizzato o meno, ma è proprio lo stravolgimento della turnazione, con la soppressione di parte dei riposi che ricadono in sabato e domenica. Il lavoro supplementare si sovrapporrà alla enorme mole di straordinari già effettuati. Le modifiche imposte, con l’avallo della maggioranza delle sigle sindacali, vanno infatti tutte nella stessa direzione: ti indennizzo con 25 euro al mese se non ti farò fare le ferie, ti pago di più se effettui prestazioni straordinarie, ti scucio ancora qualcosa se lavori nelle giornate di riposo, ti elargisco 150 euro se in sei mesi garantisci meno di tre assenze, ecc.
Il conducente, il tranviere, il macchinista, l’operaio e tutte le persone che lavoreranno per un evento che non hanno voluto e che ha portato ad uno sperpero di denaro pubblico per ingrassare gli interessi di pochi speculatori sarà dunque schiavizzato per sei mesi. C’è solo un dettaglio che non è stato colto: la dignità non ha prezzo.
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