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Alziamo la testa! Nasce il coordinamento 2 maggio

Sabato scorso si è riunita l’assemblea online lanciata con il questionario “La didattica ai tempi del Coronavirus”. Hanno partecipato 93 studenti da tutta Italia. Al termine dell’assemblea è stato lanciato il Coordinamento 2 maggio.
Pubblichiamo il testo dell’appello finale, che raccoglie la discussione dell’assemblea e lancia la costruzione di collettivi verso la prossima assemblea nazionale del 6 giugno. Invitiamo i nostri lettori a farlo circolare a studenti, collettivi e realtà studentesche.

Siamo un gruppo di studenti delle scuole superiori che vivono con malessere la didattica a distanza, che ha aggravato una situazione scolastica già compromessa.

Il sistema scolastico ha fallito. Anche prima dello scoppio della pandemia gli studenti vivevano nell’incertezza, lo Stato ha abbandonato il sistema scolastico tagliando i fondi e condannando milioni di studenti a condizioni sempre più precarie. Non solo esistono scuole “di serie A e di serie B” ma anche studenti di “serie A e di serie B”.

Questa classificazione parte nella società e si approfondisce nella scuola. Se ti puoi permettere contributi oggi, rette universitarie e non lavorare domani, vai nella scuola di Serie A, se no, sei tagliato fuori.

E mentre in molte scuole pubbliche i tetti delle aule crollano, manca il riscaldamento in inverno, le uscite di sicurezza sono inagibili, le norme di sicurezza non vengono rispettate, ecc., governo e regioni si permettono di elargire centinaia di milioni di euro alle scuole private, che dovrebbero esistere “senza oneri per lo Stato”.

Questa prima assemblea è stata convocata tramite un questionario “La didattica ai tempi del Coronavirus”. Il questionario ha ricevuto ben 600 risposte in pochi giorni da tutto il territorio nazionale. Abbiamo quindi contattato tutti proponendo un’assemblea nazionale che si è tenuta il 2 maggio.

Dal primo confronto sono subito emerse alcune questioni fondamentali: una forte critica alla ministra Azzolina e al governo; un forte malessere per il mancato funzionamento della didattica a distanza, che taglia fuori un numero significativo di giovani.

Infatti se non si hanno grandi case, dispositivi (computer, tablet) per ogni componente della famiglia, un buon collegamento online e stanze per studiare, la didattica a distanza non può funzionare. Ed è ovvio che ad essere maggiormente colpiti sono i ragazzi delle famiglie meno abbienti, già penalizzati ancor prima di nascere.

I fondi messi a disposizione del governo per l’acquisto di tablet e computer sono risibili, la classica goccia su una piastra rovente.

Il grande sogno di alcuni di fare la scalata sociale individuale resta appunto un sogno, ma la realtà è ben diversa. I livelli di precarietà e di povertà aumentano sempre più. All’orizzonte c’è una crisi economica molto profonda ed il sistema in cui viviamo, quello capitalista, ha per sua stessa natura l’obbiettivo di concentrare sempre più ricchezza nelle mani di pochi, a discapito del 99% della popolazione.

Molti interventi infatti hanno toccato la distruzione della sanità pubblica e il cinismo dei datori di lavoro che hanno trattato come carne da macello i lavoratori costringendo i nostri padri e le nostre madri a continuare a svolgere il proprio lavoro senza i dispositivi di protezione più elementare (mascherine, guanti, gel igienizzanti, ecc.).
Siamo i lavoratori e le lavoratrici di domani e questi problemi ci riguardano eccome, essi ci parlano del nostro futuro, se non ci battiamo per cambiare questo sistema.

Una discussione nazionale è necessaria perché i problemi hanno origine nazionale e persino internazionale. Non vogliamo occuparci solo del banco rotto ma avere una visione generale del problema.

Vogliamo combattere un sistema che è alla base della distruzione della scuola pubblica e avere una comprensione oggettiva di esso, ma anche sostenerci a vicenda e attivarci con riunioni dal carattere politico. Questa parola non ci spaventa. Rifiutiamo un quadro politico istituzionale che negli ultimi anni ha guardato dall’altra parte senza eccezioni. C’è bisogno di risposte di forte rottura, di risposte rivoluzionarie. Ma da parte nostra non ci sarà alcun abbandono della politica, tutto il contrario. Riprendiamo in mano la vera politica: non subiamo più passivamente, ma ci attiviamo in prima persona, discutendo collettivamente la nostra condizione studentesca e tutti i problemi politici, sociali ed economici che la generano. Vogliamo cambiare la società in cui viviamo. Questo è un nostro diritto e, in questa situazione, un nostro dovere.

Come è stato ricordato nell’assemblea ”anche scegliere di non scegliere è una forma di scelta”. Oggi non c’è più spazio per politiche riformiste che ci dicono che sfruttati e sfruttatori devono andare d’accordo. Questa ricetta ci ha portato solo a sconfitte, mentre le conquiste le abbiamo fatte quando ci sono state lotte di massa. Per questo ci distanziamo e critichiamo fortemente le realtà studentesche che vanno in questa direzione, che dicono che non bisogna avere una lotta politica in nome della “concretezza”, e alla fin fine la loro concretezza è solo schierarsi dalla parte del governo. La nostra scelta è dettata dall’esperienza, l’unico modo per finire con le ingiustizie e con le disuguaglianze è quello di lottare, riconoscere il nemico che sta alla base di tutto, ovvero il capitalismo. Solo così potremmo avanzare; solo così potremmo vincere.

Il nostro programma si arricchirà grazie alle discussioni nelle assemblee, ma per ora avanziamo alcuni punti che sono irrinunciabili:
-non più di 20 alunni per classe ( in una situazione di emergenza sanitaria devono essere ancora di meno). Bisogna assumere nuovi insegnanti e distribuire gli alunni in più classi.
-Assunzione di almeno 100.000 insegnanti tra coloro che sono precari e nelle liste di attesa da anni.
-Banda larga gratuita per tutti. Una piattaforma per le lezioni online pubblica e gratuita per tutti.
-Assistenza a tutti i ragazzi con difficoltà nello studio e per i disabili che sono stati abbandonati in questa emergenza.
-Fornire tablet e computer, degni di essere chiamati tali, a tutti gli studenti per seguire la didattica a distanza.
-No all’alternanza scuola-lavoro che già era fortemente discutibile prima, ma che diventa insostenibile in un contesto in cui centinaia di migliaia di lavoratori perderanno il posto di lavoro per l’imminente recessione economica che si manifesterà a breve.
-No all’autonomia scolastica. I presidi sono diventati dei veri e propri manager che mettono in concorrenza le scuole le une con le altre e non degli educatori. Quello che interessa a noi è che ogni studente abbia le stesse opportunità e gli stessi strumenti per avere una buona istruzione. Non devono più esistere scuole di seria A e scuole di serie B, queste politiche sono inammissibili e noi le dobbiamo combattere.
-Lo stato deve stanziare soldi per le strutture pubbliche che cadono a pezzi. Mentre vengono indirizzate somme sempre crescenti per le scuole private, le scuole pubbliche sono pericolose per noi studenti.
-No a fare la maturità in presenza. Questa proposta della ministra Azzolina ci sembra assolutamente azzardata. Un così alto numero di studenti e di professori insieme aumenta esponenzialmente il rischio di contagio, per non parlare del fatto che molti studenti per arrivare a scuola devono prendere più di un mezzo di trasporto.
-Rivendichiamo il diritto di fare assemblee di classe e di istituto online anche in questo periodo.

Lanciamo la costruzione di  collettivi in ogni scuola e di un coordinamento nazionale.
Mettiamo a disposizione un indirizzo e-mail al quale tutti coloro che sono interessati a discutere, a confrontarsi, a creare o ad entrare in un collettivo, a formar parte del coordinamento nazionale, possano scriverci: [email protected].

Proponiamo anche la data della prossima assemblea studentesca a livello nazionale: 6 Giugno 2020, sulla piattaforma zoom.

E’ arrivato il momento di alzare la testa e di farci sentire, nessuno combatterà al posto nostro. Dopo anni di ingiustizie qualcosa si è rotto e ora non si torna più indietro, non siamo più disposti a subire senza reagire mai.

Avanti fino alla vittoria!

Guarda l’introduzione e le conclusioni dell’assemblea studentesca del 2 maggio

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