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Air Italy liquida in tronco 1450 dipendenti

La mattina dell’11 febbraio gli azionisti di Air Italy si riuniscono e già dal pomeriggio comunicano, senza alcun preavviso, ai lavoratori il loro licenziamento, con una mail, perché da lì a breve l’azienda verrà messa in “liquidazione in bonis” e i dipendenti dovranno così perdere il proprio posto di lavoro.

La ex Alisarda, oggi Air Italy, è controllata, per il 51% dal sig. Aga Khan, detentore della maggioranza delle azioni, e per il restante 49% da Qatar Airways, compagnia di bandiera dello Stato mediorientale.
I due soci sostengono di aver “cercato nelle settimane precedenti una soluzione per tenere a galla la compagnia”, ma nella realtà dei fatti, a suon di speculazioni inutili e di un ambiziosissimo piano di espansione, hanno portato la società alla deriva facendogli perdere oltre il 60% del fatturato.
“È cosi che la dirigenza infame ha spolpato il nostro futuro, a suon di tagli di torte e festini inaugurali delle varie tratte aperte” afferma un dipendente.

Karim Aga Khan chiede, dunque, al Qatar, di cercare nuovi soci da far entrare nel capitale, ricerca che ovviamente non è andata a buon fine. Qatar Airways avrebbe in teoria i mezzi per sostenere la società, ma per le leggi Ue non può salire oltre il 49% di Air Italy, la quale ha 1.450 dipendenti.
È anche grazie alla new entry qatariota, che inizia il declino della compagnia, basta osservare il modo in cui viene gestita la Qatar Airways per capire quanto il futuro sia grigio all’orizzonte, infatti l’emiro del Qatar ha speso per la sua aerolinea di bandiera cifre folli ed inimmaginabili con perdite medie intorno al miliardo di dollari annui.

Il 14 febbraio viene annunciato il licenziamento collettivo dei 1.450 dipendenti che nel frattempo creano slogan per San Valentino: “1.450 licenziamenti. Così l’azienda dichiara amore ai suoi dipendenti”.
A Malpensa i dipendenti proseguono con il loro pacifico presidio e, a detta dell’azienda, i liquidatori si stanno impegnando al fine di adottare tutte le possibili misure di sostegno al reddito, cercando di salvare il maggior numero di lavoratori, esplorando ogni possibilità di cessioni di rami d’azienda.
Tanti tra dipendenti di Air Italy e delle aziende che lavorano con la compagnia risiedono nei comuni dell’area aeroportuale.

La ministra dei trasporti, Paola De Micheli, insieme al governo ha nel frattempo espresso la propria irritazione per le modalità di gestione della vicenda e il mancato coinvolgimento delle istituzioni. Nei fatti resta l’immobilismo di questo governo e la non volontà da parte di nessun partito, né nella maggioranza, né all’opposizione, prima ignari del collasso, oggi catatonici e disorientati, mai in grado di esprimere vicinanza e solidarietà ai lavoratori e soprattutto inutili nella ricerca di soluzioni.

Noi le soluzioni le abbiamo: la nazionalizzazione, il mantenimento di tutti i posti di lavoro, e la garanzia delle tratte interne accessibili a tutti.
La crisi di Air Italy la paghi chi ci ha speculato sopra!

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