Torino – No al G7, no al capitalismo!
29 Settembre 2017
Catalogna – Lo sciopero generale del 3 ottobre e il discorso reazionario del Re
6 Ottobre 2017
Torino – No al G7, no al capitalismo!
29 Settembre 2017
Catalogna – Lo sciopero generale del 3 ottobre e il discorso reazionario del Re
6 Ottobre 2017
Mostra tutto

1977-2017: nelle lotte dei compagni Walter vive!

Il 30 settembre di 40 anni fa veniva assassinato a Roma Walter Rossi, giovane militante di Lotta continua, per mano dei fascisti. Ad oggi nessuno è stato condannato per quel vile omicidio. Ricordiamo il compagno Walter riproponendo un articolo scritto, in sua memoria, nel 2007.


A 30 anni dall’assassinio di Walter Rossi
Senza giustizia nessuna pace

Trenta anni fa veniva assassinato a Roma per mano fascista Walter Rossi, 20 anni,  militante di Lotta Continua. Walter era uno di quelle decine di migliaia di militanti che attraverso le organizzazioni della sinistra rivoluzionaria lottava per l’emancipazione della classe operaia e dei giovani dalla barbarie dello sfruttamento capitalista.

Il suo assassinio non è un fatto causale ma rientra in un tentativo da parte delle forze neofasciste di alzare il livello dello scontro, approfittando della copertura degli apparati dello stato e del consenso che nel 1976 nel Lazio vedeva il MSI raggiungere addirittura l’8,1% alle elezioni.

Walter_rossiWalter svolge la sua attività politica tra Montemario e Trionfale, dove c’è la storica  sede dell’estrema sinistra in Via Pomponazzi. Due quartieri proletari e rossi tra i quali c’è la Balduina, quartiere della borghesia e dei professionisti, dove da sempre la destra è forte e dove c’è uno dei covi fascisti più attivi nelle operazioni di squadrismo contro il movimento operaio e i giovani di sinistra. Due quartieri a confronto, due classi che in quegli anni si scontrano duramente come prodotto del processo di polarizzazione della società.

Al Trionfale i fascisti non hanno mai avuto vita facile e la sede del  Pci, di Via Pietro Giannone è intitolata ad “Otello Di Peppe” artigiano comunista della Valle dell’Inferno ucciso alle Fosse Ardeatine dai nazifascisti. La stessa sede del Pci è l’ex Casa del Fascio orgogliosamente occupata dai partigiani e dal popolo, a simboleggiare la vittoria  della classe operaia contro i cani da guardia del capitalismo.

La Balduina invece è un quartiere storicamente di destra, il quartiere della borghesia di Roma Nord dove svolge le sue attività Giulio Maceratini squadrista di lunga data, già deputato missino e senatore di An che sarà indagato assieme a Pino Rauti perché invitati dalla giunta dei Colonnelli Greci ad una scuola di addestramento. Maceratini, assieme a Rauti e Merlino, protetti dalla polizia e finanziati   dallo stato borghese saranno tra i protagonisti della strategia della tensione a Roma e n Italia.

Alla Balduina essere militante di sinistra in quegli anni (e non solo) è pericoloso. Basta portare in tasca un giornale di sinistra per essere sprangati e rischiare il piombo fascista. Ne sa qualcosa il negozio di Bartolo Mazzarella,  militante storico del Pci, situato a pochi metri dalla sede dell’Msi Balduina in via Medaglie d’oro,   più volte assaltato ed incendiato in quegli anni.

Già nei giorni che precedono l’assassinio di Walter a Roma si susseguono aggressioni e provocazioni. Il 27 Settembre due ragazzi di sinistra vengono feriti all’Eur a colpi di arma da fuoco. Due giorni dopo a Piazza Igea (oggi dedicata a Walter Rossi) verso le 22,30 da una Mini chiara vengono sparati 5 colpi di pistola contro un gruppo di ragazzi di sinistra. I fascisti sparano per uccidere, mirano al torace e 3 colpi colpiscono Elena Pacinelli, 19 anni. Elena è ferita gravemente, non si riprenderà più e morirà alcuni anni dopo per un male incurabile.

E’ per rispondere a questa azione che Walter ed altri compagni scenderanno in piazza il giorno successivo per un volantinaggio antifascista.

Proprio durante il volantinaggio dopo una serie di provocazioni contro i compagni dal covo fascista di via Medaglie d’Oro esce un gruppo di fascisti che si dirige verso la trentina di compagni che volantinano lanciando sassi e bottiglie. I missini sono preceduti da un blindato della polizia che procede lentamente a fari spenti affiancato da due poliziotti. E’ a qual punto che dal gruppo di missini si staccano in 2-3 e sparano numerosi colpi di pistola una dei quali colpisce mortalmente Walter. Come raccontano alcuni compagni presenti al momento: “mentre noi continuavamo, ho visto muoversi sul lato sinistro della strada rispetto alla mia posizione, un blindato della polizia che veniva molto lentamente nella nostra direzione. Dietro il furgone della polizia scendeva un gruppo di missini (…)a questo punto tre o quattro persone di questo gruppo  di missini si è spostato portandosi al lato opposto della strada nei pressi del semaforo. Immediatamente dopo ho sentito quattro colpi,i primi due sparati in rapida successione” (testimonianze da “Storia di un processo” ). Malgrado la polizia fosse presente i fascisti saranno fermati e perquisiti solo un’ora e quarto dopo gli spari mentre la Ps caricherà i compagni accorsi a soccorrere Walter.

Nei giorni successivi tutta l’Italia e Roma in particolare sono attraversate da decine di manifestazioni di massa contro il fascismo. La notte dell’omicidio di  Walter i militanti della sinistra al Trionfale, da Lotta Continua al Pci costituiscono uno straordinario esempio di fronte unico antifascista, presidiando il quartiere, attacchinando a tappeto in preparazione delle iniziative dei giorni successivi  e garantendo l’incolumità e la massima agibilità democratica ai compagni.

Quella notte dei fascisti non si vedrà nemmeno l’ombra a dimostrazione che solo l’unità del  movimento operaio e dei giovani, attraverso un fronte unico delle loro organizzazioni può sconfiggere lo squadrismo.

Sabato 1 Ottobre dopo una assemblea 10mila giovani partono in corteo dall’Università verso piazza Bologna, zona notoriamente di ritrovo fascista. Nello stesso tempo la Fgci organizza un corteo dal Colosseo a piazza SS Apostoli. Malgrado le cariche della polizia viene chiusa la sede del Fuan di Via Pavia. Nella stessa giornata manifestazioni di migliaia di giovani e lavoratori del movimento e del Pci chiudono le sedi fasciste di Via Livorno e di Primavalle. Sempre nel pomeriggio 20mila persone partono da Piazza Igea (ora piazza Walter Rossi) l’obbiettivo è la sede di Via della Balduina, la manifestazione di massa chiude anche il covo della Balduina . I cortei di massa che hanno attraversato Roma si riuniscono a piazza del Popolo mentre a Porta San Paolo l’Anpi svolge una manifestazione antifascista.

Lunedi 3 Ottobre centomila pugni chiusi salutano Walter Rossi a Piazza S. Giovanni. Dopo le esequie decine di migliaia di persone si dirigono verso la sede dell’Msi di Colle Oppio scontrandosi duramente con la polizia che difende in forze il covo squadrista.

Oltre ad essere una vicenda emblematica perché accaduta ad ragazzo come tanti, un militante comunista di venti anni che cercava la rivoluzione, come in quegli anni ve ne erano centinaia di migliaia e per come dimostra a necessità dell’unità delle forze della sinistra contro lo squadrismo la vicenda di Walter  anche emblematica della strategia della tensione.

Una vicenda di omissioni e coperture tra i fascisti e l’apparato dello stato, pronto ad usare la manovalanza nera  per difendere lo stato di cose presenti e gli interessi del padronato.

L’omicidio di Walter Rossi infatti trent’anni dopo non ha colpevoli.

Riccardo Bragaglia, missino fermato dalla polizia e trovato positivo alla prova del guanto di paraffina, dimostrazione inequivocabile che nelle ore precedenti aveva sparato, verrà prosciolto e il guanto di paraffina non accettato per banali vizi procedurali. Per tutti gli accusati verrà rifiutato come capo d’accusa l’omicidio volontario e verranno indagati solo per rissa.

Quello che è certo è che quel 30 Settembre alla Balduina erano presenti vari fascisti armati e  tra loro vi erano Alessandro Alibrandi e i fratelli Cristiano e Valerio Fioravanti, condannato per omicidio e per la strage di Bologna.

Cristiano Fioravanti poi “collaboratore di giustizia” ha dichiarato che a sparare fu Alessandro Alibrandi, assassino nero e confidente della polizia. Alibrandi vantava forti coperture nella magistratura e presso la questura di Roma, infatti era figlio di un noto giudice e proveniente da una importante famiglia della borghesia romana. Intanto però Alibrandi aveva avuto tutto il tempo di scappare all’estero, ovviamente con un regolare passaporto rilasciato dalla questura malgrado fosse indagato.

Dopo un breve soggiorno a Londra, luogo storico dell’emigrazione neofascista,  nel quale anche Roberto Fiore e Massimo Morsello fondatori di Forza Nuova hanno potuto esercitare per anni le loro attività imprenditoriali  e la loro attività di propaganda, Alibrandi era fuggito in Libano, ospite dei campi di addestramento militare dei cristiano-maroniti.

Rientrato in Italia nel 1981 Alibrandi morirà in un conflitto a fuoco con la polizia. Lo Stato, dopo averlo sagacemente usato, probabilmente aveva deciso di chiudere la bocca ad un testimone scomodo che conosceva fin troppo bene alcuni segreti della strategia delle tensione.

La sua  morte fornisce il pretesto per chiudere l’inchiesta sull’omicidio di Walter e malgrado alcuni anni fa Valerio Fioravanti abbia incolpato il fratello Cristiano dei fatti del 30 Settembre a trent’anni da quel giorno non ci sono colpevoli.

Da alcuni anni l’Associazione “Walter Rossi” chiede di riaprire l’inchiesta e di assicurare i colpevoli alla giustizia.  Sabato 29 sfilerà in corteo da Piazzale degli Eroi.

Quello che è chiaro  che assieme agli autori materiali di questo vigliacco assassinio è necessario riprendere lo spirito di Walter Rossi. Dobbiamo continuare a lottare per la rivoluzione, a portare la lotta di classe nei quartieri e lottare per il comunismo. Questo è il modo migliore di  ricordarlo.

Nelle lotte dei compagni Walter Vive!

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalvaSalvaSalva

Condividi sui social