16 novembre, No Salvini day – Ribellarsi è giusto! (il nostro volantino)
Il 12 ottobre diverse migliaia di studenti sono scesi in piazza in tutta Italia. Contro lo stato critico in cui sta l’istruzione pubblica, contro un futuro di miseria e precarietà, contro la linea repressiva e razzista del governo. Da allora, nulla è cambiato.
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Di Maio ha fatto le solite promesse che si sono risolte in nulla come tutte le promesse di Di Maio. Il Ministro dell’Istruzione Bussetti ha dichiarato che “alla scuola non servono altri investimenti”, e infatti non ne vedremo nel prossimo Def (decreto di economia e finanza), dove anzi sono comparsi 30 milioni di euro di tagli all’istruzione; intanto è stata sufficiente una pioggia più intensa del solito per allagare decine di scuole, fino al crollo del controsoffitto del Politecnico di Milano.
Il governo ha approvato il decreto sicurezza di Salvini, che spingerà sempre più immigrati nella clandestinità, rendendoli forza-lavoro ipersfruttata e ricattabile, in condizioni paragonabili a quelle della schiavitù. Un grande regalo ai padroni, nessun vantaggio per i lavoratori italiani. Insieme alla guerra agli immigrati, ci sono misure repressive contro chi sta peggio o si oppone: piano sgomberi contro famiglie e spazi sociali, daspo urbano, piano “scuole sicure” con polizia e videocamere a intimidire gli studenti.
In questo regime di miseria e guerra fra poveri, ci tocca anche sorbirci una vomitevole retorica patriottica, con le celebrazioni nelle scuole del centenario della fine (vittoria?) della Prima guerra mondiale, una carneficina in cui 10 milioni di soldati di tutte le nazionalità, (lavoratori, studenti, contadini in uniforme) sono stati mandati a morire nelle trincee perché le rispettive classi dominanti potessero spartirsi il mondo. Dietro la retorica della “patria” c’è il messaggio di doversi sottomettere alla propria classe dominante. Questo accomuna le celebrazioni istituzionali ai raduni apertamente fascisti. È stata una boccata d’ossigeno la manifestazione antifascista con cui il 3 novembre 5mila persone si sono opposte al raduno di Casapound a Trieste.
Dalle manifestazioni del 12 ottobre e dal corteo di Trieste arrivano i primi segnali di un passaggio dalla semplice rabbia individuale alla mobilitazione attiva, collettiva. Il corteo antirazzista di Roma del 10 novembre è un’altra tappa importante. È questa la direzione in cui bisogna andare, e per questa ragione promuoviamo in tutte le città la data di mobilitazione del “NO Salvini Day” del 16 novembre.
Queste mobilitazioni sono solo il preludio di lotte di massa che si preparano ed esploderanno quando crolleranno le illusioni residue in questo governo. Per questo chi si sta attivando già oggi ha il compito importante di costruire l’ossatura delle prossime lotte. Questo vuol dire organizzarsi insieme, nella propria scuola, università, posto di lavoro.
Bisogna farlo però attorno a un programma all’altezza. Non basta chiedere l’ennesimo tavolo di trattativa al governo per qualche piccola concessione, o pensare che basti fare qualche azione pittoresca per attirare l’attenzione. Oggi per riconquistare un futuro per noi, per i giovani e i lavoratori, è necessaria una lotta di massa con un programma rivoluzionario contro il capitalismo.
Cosa vuol dire nel concreto? Partiamo da qui: le 14 persone più ricche d’Italia hanno beni per 107 miliardi di dollari (dati Oxfam). Il 5% più ricco ha in mano il 40% della ricchezza nazionale. Sono ricchezze create dai lavoratori e accaparrate da una piccola minoranza. Vanno nazionalizzate e messe sotto il controllo democratico dei lavoratori, così come le grandi aziende e le banche.
Solo così diventa possibile avere un’istruzione gratuita e di qualità per tutti. Solo così si spazza via il veleno razzista e la guerra fra poveri: con la lotta di classe e l’unità degli sfruttati.
-Contro Salvini, NO al ddl sicurezza, alla polizia nelle scuole e a tutte le misure repressive.
-Contro il razzismo di Stato, cancellazione di tutte le leggi anti-immigrati, apertura delle frontiere.
-Una casa e un lavoro per tutti. In Italia ci sono 7 milioni di appartamenti sfitti: esproprio alle grandi immobiliari e assegnazione a chi ne ha bisogno. Diminuzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
-No al pagamento del debito pubblico (quest’anno pagheremo 68 miliardi di euro solo di interessi che andranno nelle tasche di banche e fondi speculativi).
-Nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori delle banche e delle principali aziende e infrastrutture. Esproprio dei grandi patrimoni.
Il 16 novembre in piazza per il No Salvini Day!
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