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Rilanciamo la battaglia di opposizione in Cgil!

Quello che segue è l’ordine del giorno che abbiamo chiesto insistentemente di presentare all’assemblea nazionale dell’area “il Sindacato è un’altra cosa” giovedì 12 maggio a Roma.

Pensiamo che sia grave che ancora una volta un’assemblea nazionale della nostra area termini senza che ci si sia espressi con un voto su come vogliamo proseguire il nostro cammino.

Il motivo principale per cui abbiamo dovuto prendere atto che, di fatto, ci è stato impedito di presentare questo ordine del giorno è che il giorno dopo, venerdì 13 Maggio, si sarebbe svolto un nuovo incontro con la segreteria Cgil per discutere del distacco del nostro portavoce.

Per l’ennesima volta il portavoce e la (presumibile ma mai verificata) maggioranza dell’esecutivo non hanno presentato alcun dispositivo che chiarisse, per iscritto e con chiarezza, la posizione proposta, in perfetta coerenza con la posizione irresponsabile e suicida assunta negli ultimi mesi. Peraltro anche i primi firmatari di un altro documento distribuito, Como e Scacchi, hanno chiesto di non votare il proprio ordine del giorno assumendosi, di fatto, la stessa responsabilità.

Affermare come è stato affermato nella relazione dell’assemblea e in diversi interventi che non ci sono più spazi di agibilità in Cgil e poi decidere di non presentare e non votare nulla in assemblea adducendo come motivazione principale quella che il giorno dopo ci sarebbe stato un nuovo incontro con la segreteria Cgil contraddice quanto è stato fino ad ora detto sugli mancanza di spazi in Cgil ma soprattutto consegna nelle mani della segreteria Cgil i destini della nostra area.

Chi volesse sostenere questo documento può contattare Mario Iavazzi a [email protected]

 

Ordine del Giorno

Assemblea area Il sindacato è un’altra cosa 12/05/2016

La relazione di oggi e l’esecutivo di ieri ha esplicitato l’intenzione di alcuni compagni dell’area, a partire dal portavoce, a fronte di una valutazione di assenza di qualsiasi spazio in Cgil di uscire dall’organizzazione e continuare la propria esperienza sindacale altrove. Non si tratta di una decisione personale di singoli ma è innanzitutto ed essenzialmente una decisione politica, maturata da tempo e non nelle ultime ore a fronte dell’esito negativo dell’incontro con Camusso. La discussione sull’uscita dalla Cgil è una discussione presente da tempo. Non come discussione esplicita in trasparenza ma nei corridoi tra pochi intimi.

I presentatori di questo ordine del giorno da oltre un anno, cioè dal seminario di Bellaria della primavera 2015, con documenti scritti a più riprese hanno chiesto che la discussione sull’uscita dalla Cgil fosse esplicitata e si potesse così chiarire politicamente questo punto. Per mesi ci è stato risposto, dal portavoce e da tutti gli altri componenti dell’esecutivo, che stavamo dicendo cose non vere e che nessun compagno aveva in mente di uscire, negando l’evidenza. Come sempre i fatti hanno la testa dura e i nodi prima o poi vengono al pettine. Con la differenza che se avessimo fatto questa discussione un anno fa avremmo potuto tenere un dibattito utile e costruttivo e soprattutto in trasparenza.

L’aver negato la necessità di questa discussione, ha portato ad adottare in maniera surrettizia, una linea di fatto scissionista, ben esplicitata nella definizione della nostra area come un “corpo estraneo alla CGIL”. Anche la gestione della vicenda gravissima che ha visto i vertici Fiom colpire alcuni dei nostri Rsa in Fca, è stata il frutto di questa linea. Anziché costruire una battaglia sul piano politico per aprire contraddizioni tra le fila della base e dei delegati della maggioranza della Fiom, cosa che l’appello della Rsa Ferrari aveva dimostrato essere più che possibile, si è preferito spostare lo scontro sul piano personale passando di provocazione in provocazione, come la diffida scritta dagli avvocati USB.

Tutto questo non nega in alcun modo le pesanti responsabilità e colpe dei vertici Fiom e Cgil in questa situazione. Responsabilità politiche ed organizzative che ne dimostrano tutta la debolezza. Il tentativo di stringere gli spazi di democrazia interna ed esterna sanciti dall’art.4 dello statuto è un dato di fatto che siamo chiamati a contrastare così come siamo chiamati non solo a fare opposizione a questa linea arrendevole dell’organizzazione ma anche a dimostrare sul campo che la nostra proposta è una alternativa valida e concreta. In una parola a continuare quella battaglia per l’egemonia che stiamo portando avanti da almeno 20 anni.

Dispiace che all’onestà di una discussione trasparente si sia preferito evitare il confronto, scaricandone le conseguenza sui compagni dell’area i quali, a stragrande maggioranza, sia che fossero/siano d’accordo con l’uscita dalla Cgil sia che non lo fossero/siano, non sono stati messi nella condizione di fare questa discussione in maniera pacata, fraterna e ragionata.

A fare cioè una vera discussione tra compagni al di là delle idee e delle sigle sindacali presenti, passate e future.

Dispiace anche che quegli stessi metodi burocratici che denunciamo in Cgil vengano applicati all’interno dell’area nei confronti di chi non è d’accordo con la linea del portavoce al punto da impedire la pubblicazione, nonostante le ripetute richieste cui non è stata mai data nemmeno risposta, di un contributo politico e di merito alla discussione come quello scritto dai componenti dell’esecutivo Iavazzi, Grassi e Brini qualche settimana fa.

Per quanto ci riguarda, la battaglia in Cgil continua e deve continuare con maggior forza e radicalità di quanto avvenuto fin’ora. Continua con tutti quei compagni che non vogliono regalare la più grande organizzazione del movimento operaio a gruppi dirigenti che hanno nella disastrosa linea della mediazione al ribasso e del rispetto delle compatibilità la loro unica ragion d’essere.

Per questi motivi, proponiamo che venga organizzata, nelle prossime settimane, un’assemblea nazionale dell’area dal titolo “RILANCIAMO LA BATTAGLIA DI OPPOSIZIONE IN CGIL”.

Mario Iavazzi

Paolo Brini

Paolo Grassi

Angelo Raimondi

Davide Ledda

Luca Paltrinieri

Matteo Parlati

Giannantonio Currò

Luca Ibattici

Nensi Castro

Davide Bacchelli

Gianplacido Ottaviano

Gian Pietro Montanari

Gianluca Sita

Massimo Pieri

Domenico Loffredo

Vincenzo Chianese

Lorenzo Mortara

Antonio Forlano

Diego Sabelli

Barbara Lietti

Luca Pezza

Domenico Minadeo

Antonio Esposito

Alessio Sammartino

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