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Paradise papers – Uno sguardo sulla sporcizia dietro le quinte

Le rivelazioni dei “Paradise Papers” non suscitano sorpresa, solo rabbia. Più di 13 milioni di documenti trapelati che descrivono le attività off-shore per evadere le tasse da parte dell’elite mondiale ci dicono quello che già sappiamo: che mentre tagliano l’assistenza sanitaria, l’istruzione e lo stato sociale per tutti noi (con la scusa che non ci sono soldi), i ricchissimi non pagano imposte. Il 10% del Pil mondiale infatti è depositato in conti off-shore.

Parassiti ed evasori

In Gran Bretagna è la Regina ad essere salita all’onore delle cronache. Recentemente, le famiglie della classe lavoratrice, che invece pagano le loro tasse, sono stati obbligati a trovare centinaia di milioni di sterline per pagare le riparazioni al tetto del Palazzo reale. Ora si scopre che per tutto il tempo la Regina nascondeva milioni di Sterline in un fondo offshore. Non solo, ma uno degli investimenti della Regina era in una società chiamata BrightHouse, che crediti per acquisti di beni ad uso domestico con pagamento a rate, pagando in alcuni casi tassi di interesse estorsivi del 99,99%. La società è stata recentemente costretta a pagare milioni di rimborsi alle famiglie a basso reddito che aveva costretto ad indebitarsi.

In India, il Primo Ministro Narendra Modi sta eseguendo una forte repressione sulle persone e le imprese che non pagano le tasse. Il fatto che un ministro nel suo governo e deputati sia nel suo partito sia nel principale partito di opposizione scompaiano tutti nei Paradise Papers sottolinea quanto siano ipocriti questi politici. Allo stesso modo, un procacciatore di fondi, consulente e amico del primo ministro canadese Justin Trudeau è nominato nei Papers, nonostante la promessa in campagna elettorale di Trudeau di combattere l’evasione fiscale.

Tutte le rivelazioni dei Paradise Papers sono ancora meno sorprendenti perché i Panama Papers erano venuti fuori solo 18 mesi fa, e descrivevano esattamente le stesse menzogne ​​e truffe dei membri dell’elite globale. All’epoca erano stato il turno del presidente ucraino, del presidente argentino, del re dell’Arabia Saudita, dell’emiro degli Emirati Arabi e alti funzionari del Partito comunista cinese a comparire negli elenchi. Questa volta è toccato alla Regina del Regno Unito, la Regina di Giordania, il ministro degli esteri ugandese, il ministro degli esteri brasiliano e il segretario al commercio degli Stati Uniti ad aggiungersi all’elenco dei parassiti.

Vale la pena notare che tutte le figure elencate sopra sono funzionari statali. Le grandi aziende come Amazon e Nike sono elencate nei Paradise Papers come evasori fiscali e le losche regolamentazioni fiscali a favore delle multinazionali sono regolarmente sui giornali. Ma queste rivelazioni evidenziano come non siano solo le grandi multinazionali a fregarci, ma anche i politici e i governi che dovrebbero mettervi un freno. Non c’è da meravigliarsi che niente sia fatto contro l’evasione fiscale quando le persone che scoprono gli evasori ci sono dentro fino al collo anche loro!

Chiaramente, in un discorso tenuto la mattina in cui sono stati rivelati i documenti, il primo ministro britannico Theresa May ha rifiutato di impegnarsi per adottare qualunque nuova regolamentazione per le compagnie offshore (molte delle quali sono registrate in territori britannici d’oltremare), e nemmeno per un’inchiesta sull’evasione fiscale. Marx e Engels hanno scritto nel Manifesto del Partito Comunista che lo stato moderno è solo un comitato per la gestione degli affari della borghesia. Questo è vero oggi come lo era 170 anni fa quando è stato scritto. Questi politici corrotti, da May a Trudeau a Modi, e tutte le agenzie delle imposte e gli addetti ai controlli, sono legati con mille fili al grande business. Il solito coro di richieste per una migliore regolamentazione e un inasprimento delle leggi sta ora echeggiando nei media liberali. Ma più vediamo quanto è marcio il sistema, più diventa chiaro che la riforma non basterà. Solo un cambiamento rivoluzionario può spazzare via dalla società questi parassiti.

Fondamenta marce

Le rivelazioni hanno anche fatto luce sul mondo torbido popolato dai più ricchi. Glencore PLC, il più grande commerciante di merci a livello mondiale e facilitatore del lavoro minorile, distruzione dell’ambiente e corruzione su scala industriale, è stato uno dei migliori clienti dell’impresa legale, i cui documenti divulgati sono stati la base dei Papers. Glencore ha prestato denaro ad un uomo d’affari israeliano che lo ha usato per rifornire il regime di Kabila nella Repubblica Democratica del Congo di armi e tangenti e per assicurarsi monopolio sui diritti di estrazione dalle miniere di diamanti del paese. Il risultato è stato una perdita stimata di 1,3 miliardi di dollari per l’economia congolese, tutti finiti dai paradisi fiscali offshore.

Un paio di anni fa, la presidenza della commissione dell’Unione Africana sui trasferimenti di denaro illegali ha detto che negli ultimi 50 anni l’Africa ha perso un migliaio di miliardi di dollari a causa del transito di questi capitali verso i paradisi fiscali offshore. Nel frattempo, gli evasori fiscali responsabili di queste perdite promuovono sanguinosi conflitti, atroci perdite di vite umane, e l’uso del lavoro minorile in paesi come la Repubblica Democratica del Congo per ridurre i costi di priduzione. Questo è il mondo creato e difeso dalla classe dei miliardari – un mondo in cui il profitto è l’unica e più alta morale. La vasta scala di queste rivelazioni e il numero di persone implicate ci dimostra che non si tratta di una o due mele marce. L’arricchimento ad ogni costo è una filosofia insita nelle fondamenta del sistema capitalistico. Sono queste fondamenta che devono essere sradicate.

La politica dietro ai Papers

Quando i Panama Papers sono stati pubblicati nell’aprile 2016, abbiamo scritto:

“Queste rivelazioni hanno una dimensione politica. L’inchiesta sui documenti trapelati è stata condotta dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ), con sede a Washington e finanziato, tra gli altri, dalle fondazioni Ford, Kellogg, Carnegie e Rockefeller, che hanno aggressivamente perseguito gli interessi della classe dominante statunitense per molto tempo. Oltre a ciò, l’ICIJ riceve il sostegno dell’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID) che “fornisce assistenza economica, sviluppo e assistenza umanitaria in tutto il mondo a sostegno degli obiettivi della politica estera degli Stati Uniti”, cioè è parte del governo degli Stati Uniti, e collabora con la CIA.”


“I risultati dell’inchiesta si concentrano molto sui russi coinvolti nell’intrigo e sui loro legami con Putin. Anche Assad è molto presente, insieme ai suoi familiari. Eppure non c’è un solo politico o capitalista statunitense. Essendo la classe dominante più potente e più corrotta del mondo, è impossibile credere che i membri dell’1% statunitense non evitino le tasse almeno quanto i loro compari in altri Paesi “.

Questo è ancor oggi attuale perché l’ICIJ è la fonte dei Paradise Papers. Questa volta è stata nominata una cifra chiave dell’istituto statunitense nei Papers – il Segretario al Commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross. Ha interessi commerciali, attraverso un’impresa offshore, che lo collega con i soci del presidente russo Vladimir Putin. I democratici americani affermano che questa è una prova più che evidente dei legami di Trump con la Russia. Non c’è dubbio che i membri dell’esecutivo di Trump, e Trump stesso, si siano meritati un posto d’onore tra i criminali dei Paradise Papers. Ma il fatto che solo Wilbur Ross sia stato compromesso suggerisce una uso politico di queste rivelazioni da parte di coloro che finanziano l’ICIJ .

Il genero di Trump è stato anche collegato ai soldi russi nei Paradise Papers, attraverso un imprenditore russo che è un grande investitore nelle start-up tecnologiche, così come in Twitter e Facebook. Jared Kushner, un ricchissimo agente immobiliare e consigliere di Trump, non godrà di molta simpatia da aprte dei milioni di persone dalla cui povertà trae profitto. Ma appare chiaro che è stato colpito per causare il massimo danno a Trump collegandolo con la Russia.

Questo investitore russo, che ottiene denaro dallo stato russo, ha denaro in Twitter e Facebook, che i democratici americani sostengono abbia qualcosa a che fare con le “fake news” di Hillary Clinton che circolavano durante la campagna elettorale presidenziale statunitense. Per noi, questo indica quanto siano veramente “indipendenti” i media. Il denaro sporco, passando attraverso losche compagnie, penetra in ogni parte della società sotto il capitalismo. Anche i media che riportano le rivelazioni dei Paradise Papers hanno degli investimenti offshore, inclusi, ad esempio, il fondo pensioni della BBC. In ultima analisi, quando si tratta di accuse di corruzione e loschi rapporti finanziari, non esiste una sola parte del sistema che sia libera da scandali. Non possiamo fidarci di nessuno di questi ipocriti con la loro finta indignazione e le loro prediche moralistiche. Se vogliamo ripulire la nostra società, l’intera classe dirigente deve essere spazzata via in massa, senza eccezioni o compromessi.

Espropriare gli evasori fiscali – rovesciare il sistema

Queste nuove rivelazioni sono un altro colpo ancora alla fiducia che la gente ha in un sistema continuamente minato da scandali e crisi per l’ultimo decennio. Mentre alla classe lavoratrice vengono ancora imposti tagli e austerità, Oxfam ha affermato che otto persone possiedono la stessa ricchezza di 3,6 miliardi di persone. Non c’è da stupirsi che abbiamo visto una continuazione della tendenza alla crescita di politici e partiti anti-sistema.

Questo è ancora più evidente nel Partito laburista di Jeremy Corbyn, che ha ottenuto un ottimo risultato elettorale all’inizio di quest’anno. Il manifesto di Corbyn per le elezioni politiche era intitolato “Per i molti, non per i pochi” e su quella piattaforma è stato in grado di mobilitare i sostenitori del Labour a fare una campagna elettorale con modalità che non si vedevano da anni. Questo clima militante e anti-austerità ha avuto l’effetto che ora le persone della classe operaia in Gran Bretagna sono molto meno inclini a chinare la testa e accettare il fatto che i ricchi evadano miliardi in tasse, mentre il resto della popolazione viene multato per essere un paio di minuti in ritardo a un incontro in un centro per l’impiego.

Purtroppo Corbyn non sembra aver sfruttato questo potenziale amplificato dalle rivelazioni dei Paradise papers. Ha proposto regole più efficienti e ha rivolto una supplica implorante all’associazione padronale (la Confederazione dell’Industria britannica) di considerare i “danni di reputazione” alle loro società causati dall’evasione fiscale. Corbyn, un fautore della Repubblica da tutta la vita, ha umilmente suggerito che la Regina si scusi per il suo uso delle compagnie offshore, ma ha rapidamente ritrattato per paura di causare offesa.

Si è persa una clamorosa opportunità per svelare la natura del sistema capitalista in tutto il suo cruento orrore e richiedere una trasformazione della società dalle fondamenta. Corbyn dovrebbe cogliere questa occasione per richiedere l’espropriazione senza indennizzo di tutte le grandi imprese che hanno evaso le tasse e lanciare un appello a livello internazionale al movimento operaio in ogni Paese a fare lo stesso. In questo modo, la classe lavoratrice che sopporta l’onere di questo comportamento criminale può essere compensata per le proprie perdite e, attraverso il controllo dei lavoratori, si può impedire che si ripetano di nuovo.

Queste rivelazioni mostrano che la classe dominante globale non è mai stata più marcia, corrotta e pronta per essere gettata nella pattumiera della storia.

Lord Ashcroft, un importante finanziatore del partito conservatore britannico, si è nascosto in un bagno per evitare di rispondere alle domande sulle sue aziende offshore. Nel frattempo uno dei politici più ricchi dell’India ha semplicemente consegnato ai giornalisti una nota che aveva deciso per il silenzio stampa rispetto alle domande per le sue compagnie offshore. Il fatto che questi vigliacchi ridicoli siano il nemico di classe contro cui stiamo combattendo dovrebbe darci un’enorme fiducia.

Ci sfiniscono di lavoro e ci lasciano in mutande per diventare sempre più ricchi mentre il resto di noi si impoverisce sempre di più. E il sistema capitalistico permette loro di farla franca. Cento anni dalla rivoluzione russa del 1917, è tempo di riscoprire lo spirito del partito bolscevico e dei lavoratori e dei contadini russi, per rovesciare la borghesia, abbattere il capitalismo e per costruire un nuovo ordine socialista mondiale.

 

 

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