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Il momento è adesso! Aderisci alla Sinistra rivoluzionaria

Le masse danno inizio a una rivoluzione non sulla base di un piano organico di trasformazione sociale, ma con la sensazione profonda di non poter sopportare più il vecchio” (L. Trotskij, prefazione alla Storia della rivoluzione russa

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25 aprile e Primo maggio: dove puoi trovare Sinistra classe rivoluzione

La flebile ripresa economica di cui tanto sentiamo parlare di sicuro ha fatto salire le borse, ma non ha cambiato di una virgola le condizioni di vita di milioni di lavoratori, giovani, disoccupati. E se questa è la ripresa, possiamo immaginarci cosa ci aspetta quando la crisi tornerà ad approfondirsi. Non si tratta né di casualità né di malgestione (che pure non manca), ma del vicolo cieco in cui è entrato il capitalismo mondiale a partire dal 2008, una crisi strutturale che si esprime ovunque con povertà di massa, disoccupazione, guerre e crisi umanitarie. Questa situazione mette una pietra tombale sulle teorie che vedevano nel capitalismo un sistema in grado di garantire prosperità e benessere. Al contrario trova conferma nei fatti l’analisi marxista, nonostante sia stata data per morta per decenni.

Chi si lamenta del fatto che non ci sia una reazione di massa a questa situazione guarda solo alla superficie. La frustrazione, la rabbia, il disgusto per l’attuale sistema politico ed economico è ormai dilagante. Il problema, semmai, è che non si vede nessuna alternativa credibile, per la quale valga la pena mettersi in gioco. Questo è particolarmente vero in Italia.

Le elezioni del 4 marzo sono state viste come uno strumento per dare un colpo a chi ha governato in questi anni. Hanno scosso il quadro politico, e ridimensionato fortemente i partiti che hanno gestito le politiche di austerità. Tuttavia, nessuna soluzione verrà dal nuovo governo. Qualunque forma prenda, ha già la propria agenda segnata: prosecuzione delle misure di austerità, nuovi attacchi ai lavoratori, taglio ai servizi. Questa è l’unica strada se non si rompono le compatibilità del capitalismo, a partire dal pagamento del debito pubblico e dal pareggio di bilancio. E nessuno dei partiti in parlamento, compreso il M5S, ha intenzione di rompere queste compatibilità. Dunque, una volta garantiti i profitti, per i lavoratori, i giovani, i pensionati resteranno solo altri sacrifici.

Se oggi non si vede un’alternativa di massa la responsabilità è anzitutto in capo a chi ha diretto i partiti di sinistra e il sindacato, tradendo sistematicamente gli interessi dei lavoratori in nome di qualche accordo a perdere, o abbandonando il campo quando si sono aperte delle lotte significative (Jobs Act, Buona scuola). Non rimpiangiamo certo queste politiche né questi dirigenti.

Oggi l’unica soluzione possibile è una soluzione apertamente rivoluzionaria, che parta da un presupposto semplice: l’immensa ricchezza che viene prodotta ogni giorno nel mondo, e sistematicamente depredata da una piccolissima minoranza, deve tornare nelle mani di chi la produce ed essere usata per le necessità sociali e non per il profitto. Le leve dell’economia devono essere nelle mani dei lavoratori e controllate democraticamente.

La stringente necessità di una rottura con lo stato di cose presenti, di trovare un’alternativa provocherà nuovi smottamenti, e cambiamenti ancor più radicali nel quadro politico. Idee e organizzazioni saranno messe alla prova, una dopo l’altra. Negli ultimi anni abbiamo visto un assaggio di questo processo, con movimenti di massa a volte dirompenti. Si pensi alle lotte nel mondo arabo, alle grandi manifestazioni negli Usa, alle mobilitazioni in Spagna e Grecia, ai cambiamenti politici in Gran Bretagna.

L’esito di questo processo non è deciso e dipenderà da molti elementi. Uno di questi, il più importante, sarà quanta forza e quanto radicamento avranno sviluppato le idee del marxismo, la consapevolezza di dover rompere col capitalismo e un programma rivoluzionario per concretizzare questa rottura. Se queste idee sapranno incontrare il movimento di massa, si trasformeranno in una forza reale in grado di cambiare la storia.

Questa necessità si traduce oggi nel compito di costruire un’organizzazione rivoluzionaria. Un’organizzazione che abbia come base la teoria marxista e le lezioni (positive e negative) del movimento operaio, che analizzi con cura e non in modo approssimativo i processi in corso, in cui i militanti discutono e si formano. Un’organizzazione che sviluppi la propria presenza nei posti di lavoro e di studio, che organizzi e intervenga nelle lotte facendo tesoro dell’esperienza del movimento operaio e degli altri movimenti sociali (donne, studenti, lgbt, diritti civili, ecc), che intervenga nei processi di massa portando la prospettiva rivoluzionaria.

Pensiamo che prendere parte a questo compito collettivo sia la risposta migliore per chi oggi si vede negati da questo sistema una vita dignitosa e un futuro. Prendere in mano la propria vita vuol dire attivarsi per cambiare la società.

Aderisci alla sinistra rivoluzionaria!

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