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Gran Bretagna: “Il ruggito del topo” – Theresa May cerca lo scontro con la Russia

C’è un vecchio film interpretato da Peter Sellers, chiamato Il ruggito del topo, in cui viene descritta una situazione comica in cui una piccola e insignificante nazione europea dichiara guerra agli Stati Uniti per ottenere aiuti. In base a una peculiare serie di circostanze, vincono. La sceneggiatura di questa divertente produzione ricorda in modo sorprendente gli eventi degli ultimi giorni in Gran Bretagna.

Il tentato omicidio di una ex spia russa e di sua figlia ha fornito un ricco materiale per una ondata clamorosa di speculazioni sui media. In parte, lo scopo di questa speculazione è ovviamente quello di incrementare le vendite dei giornali facendo appello al fascino che il pubblico britannico prova per l’oscuro mondo dello spionaggio, degli intrighi e omicidi, immortalato nei romanzi di John le Carre e nella serie di film di James Bond.

Tuttavia, gli eventi recenti non sono il prodotto di un romanzo di fantasia, ma della vita reale – sebbene sia una parte della vita che solitamente non è visibile alla maggioranza della popolazione. Sergei Skripal e sua figlia, Yulia di 33 anni, sono stati trovati privi di sensi su una panchina nel centro di Salisbury, nel Wiltshire, il 4 marzo. Rimangono in condizione critica, ma stabile, in ospedale.

Come ha reagito il governo a questo atto efferato? Il ministro degli Interni, Amber Rudd, afferma che l’indagine della polizia è stata “seria e solida”. Oltre 250 agenti dell’antiterrorismo sono stati coinvolti nelle indagini e sono stati schierati circa 180 militari per aiutare a rimuovere veicoli e oggetti che potrebbero essere stati contaminati. Ma una settimana dopo non ci sono sospetti, nessuno è stato arrestato e nessuno sta “aiutando la polizia con le sue indagini”. Ma non preoccupatevi! La polizia e il servizio di intelligence non possono puntare il dito contro nessun sospetto ma possono fare molto di meglio: possono puntare il dito contro un’intera nazione. Quale nazione potrebbe essere? Ma dai, la Russia ovviamente.

Si sostiene che l’attacco a Sergei e Yulia Skripal a Salisbury sia stato commesso con un gas nervino noto come novichok, appartenente ad un gruppo di agenti nervini sviluppati dall’Unione Sovietica negli anni ’70 e ’80. Mosca ha chiesto di vedere i campioni della sostanza incriminata in modo da poter verificare questa affermazione. Sembra essere una richiesta abbastanza ragionevole, ma è stata accolta con un netto rifiuto.

I motivi del rifiuto erano piuttosto peculiari: poiché la Russia è accusata di aver commesso questo crimine, non dovrebbe avere accesso alle prove a suo carico. Cosa significa? Significa che tutti devono accettare che l’accusa è vera solo sulla base del fatto che è stata fatta dai servizi di sicurezza la cui parola, si direbbe, non possa essere messa in discussione. Tutto si riduce quindi alla domanda se ci fidiamo o meno della parola di agenti di intelligence anonimi e invisibili.

Boris corre troppo

Boris Johnson si è fatto in quattro per parlare, con una fretta indicente, alla Camera rispetto all’avvelenamento di Sergei Skripal. Prima che venissero scoperti i fatti basilari, il ministro degli Esteri britannico aveva annunciato alla Camera dei Comuni come questo caso ricordasse la morte di Alexander Litvinenko, un’altra ex spia russa del cui omicidio in territorio britannico è stato accusato al Cremlino.

Ha immediatamente puntato il dito contro la Russia: “Mi spiace, ma è chiaro come la Russia ormai sia, sotto molti aspetti, una forza malvagia e disgregativa”, ha detto Johnson ai parlamentari. Aggiungendo che la Russia stava lanciando attacchi informatici contro l’infrastruttura britannica, cosa che: “Penso sempre più, vada inserita nella categoria … di un atto di guerra“. (Enfasi mia)

Il caso di Litvinenko è stato ripetutamente usato per dare credito alla teoria del coinvolgimento russo nell’ultimo avvelenamento. Ad oggi, le conclusioni dell’indagine su Litvinenko vengono presentate come prova inoppugnabile della colpevolezza della Russia. Tuttavia, in realtà, non sono definitive e certamente non così credibili come vengono presentate.

I paralleli con il caso Litvinenko sono falsi e fuorvianti. The Independent ha commentato:

“In Russia, Litvinenko ha lavorato contro il crimine organizzato; più che una spia in senso tradizionale, era un funzionario dei servizi in ambito penale. È fuggito dal paese dopo aver denunciato i suoi capi corrotti e ha presentato domanda per avere asilo nel Regno Unito. La sua prima scelta, gli Stati Uniti, lo aveva respinto per il motivo apparente che le informazioni che aveva da offrire non valevano abbastanza.

“A differenza di Skripal, ha iniziato a lavorare per l’MI5/6 solo dopo essere arrivato nel Regno Unito e, perfino allora sembra aver avuto difficoltà ad essere messo a libro paga. La sua vedova, Marina, sta ancora combattendo per ottenere che i servizi segreti paghino una pensione o riconoscano un obbligo di assistenza.

“È crudele dirlo, ma sembra quasi che nel Regno Unito, Litvinenko sia stato più utile da morto – come simbolo della malvagità complessiva della Russia – di quanto non lo fosse in vita.

“La storia di Sergei Skripal è molto diversa. Come colonnello dell’intelligence militare russa (GRU), venne reclutato dagli inglesi all’indomani del crollo dell’Urss, prima di essere processato e imprigionato in Russia per tradimento.

“La sua fortuna ha girato nel 2010, quando è stato inserito nello scambio di spie che ha permesso ad Anna Chapman e ai suoi colleghi agenti “dormienti”, di tornare dagli Stati Uniti alla Russia. Skripal è stato perdonato; lui e sua moglie sono giunti nel Regno Unito e i loro figli maggiorenni erano liberi di viaggiare avanti e indietro tra i due paesi”.

L’inchiesta su Litvinenko è stata profondamente carente. Le prove essenziali non sono state presentate in tribunale e non sono state visionate nemmeno dagli avvocati, ma solo dal giudice. Questa sono state le prove presentate dei servizi di intelligence del Regno Unito.

La conclusione del giudice, Sir Robert Owen, è che “l’operazione del FSB per uccidere Litvinenko venne probabilmente approvata da Patrushev [allora capo del FSB] e anche dal Presidente Putin”. Aggiungendo che c’era “una forte probabilità” che Andrei Lugovoy avesse avvelenato Litvinenko “sotto la guida dell’FSB” e che l’uso del polonio 210 era “come minimo un forte indicatore del coinvolgimento dello stato”. (Enfasi mia)

Una “forte possibilità” non è una prova e non lo è neanche un “forte indicatore”. L’inchiesta si è svolta otto anni dopo la morte di Litvinenko – uno scandaloso ritardo per un paese che si presenta come un modello di stato di diritto.

Su questa questione, l’opinione pubblica è stata manipolata da una massiccia campagna propagandistica sponsorizzata da Boris Berezovsky, che successivamente è stato trovato morto. Le indagini hanno dimostrato come persino l’accusa fatta sul letto di morte da Litvinenko contro Putin fosse uno stratagemma preparato da altri. Ma questo dettaglio non insignificante sembra essersi perso nella nebbia.

All’udienza sono emersi pochissimi dettagli sui rapporti di Litvinenko con l’MI5/6. Uno di questi era che, al momento della sua morte, Litvinenko riceveva uno stipendio mensile e aveva incontri regolari con il suo “responsabile”. Un altro era che un funzionario dei servizi segreti era presente durante l’interrogatorio della polizia a Litvinenko mentre stava morendo.

Le passate esperienze dimostrano che i servizi di intelligence britannici e statunitensi sono pronti a falsificare le prove e a a produrre falsi dossier per sostenere false affermazioni, come ad esempio quella secondo cui Saddam Hussein fosse stato in possesso di armi di distruzione di massa. È quindi sconsigliabile prendere qualsiasi cosa che provenga da questi ambienti come il Vangelo. Piuttosto, si dovrebbe trattare tutto ciò che dicono con la dovuta cautela. Nel momento in cui i servizi di intelligence sono coinvolti, tutto viene coperto da una spessa coltre di “sicurezza”, che nasconde e distorce e non si può discutere.

La reazione di Mosca alle recenti accuse è stata immediata e, come prevedibile, rabbiosa. Hanno fatto notare, non senza ragioni, che era stata incolpata la Russia senza che venisse fornita alcuna prova o addirittura prima dell’inizio di una qualsiasi indagine. Le relazioni tra Gran Bretagna e Russia erano già in cattivo stato. Con la reazione isterica del governo al tentato omicidio di una ex spia russa a Salisbury, non potranno che peggiorare.

In risposta, Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha accusato i politici e i giornalisti britannici di usare l’incidente per promuovere un sentimento anti-russo. Come ha detto: “Questa storia è stata utilizzata fin da subito per promuovere una campagna anti-russa sui media”.

“È difficile vedere qualcosa di diverso dalle provocazioni volte a danneggiare i rapporti tra i nostri due paesi”. Dicendo poi di Johnson: “Come può un ministro degli Esteri, che non ha contatti con gli organi di sicurezza, rilasciare tali dichiarazioni?”

Questa azione precipitosa da parte del ministro degli Esteri ha causato un imbarazzo evidente negli ambienti governativi. Il giorno seguente, il Primo Ministro e altri portavoce conservatori hanno rilasciato dichiarazioni molto diverse. Hanno sollecitato alla cautela e hanno detto che le persone non dovrebbero trarre conclusioni prima che sia stata condotta un’indagine.

Ma nelle successive 48 ore questo dibattito ha lasciato posto a una esplosione ancora più violenta contro la Russia. Evidentemente alcuni settori dei servizi di intelligence e del governo non hanno accettato un approccio cauto. Si dovevano abbandonare le mezze misure e così è stato. Theresa May ha annunciato la sua disponibilità a prendere “provvedimenti su vasta scala” contro la Russia se questa non avesse dato una spiegazione credibile di come un’ex-spia e sua figlia siano state avvelenate in terra britannica con un gas nervino di tipo militare.

“Se non ci fosse una risposta credibile”, ha detto Theresa May al Parlamento, “concluderemo che questa azione equivale a un uso illegale della forza da parte della Russia nei confronti del Regno Unito”. Ma quali erano questi “provvedimenti su vasta scala” – e quanto era probabile che sarebbero stati appoggiati da Stati Uniti, UE e altri? Lo scopriremo presto.

“Dalla Russia con Odio”

Viaggiando martedì mattina su di un affollato treno della Central Line sono stato accolto dai titoli sensazionalistici del numero giornaliero di Metro, un giornale gratuito distribuito ai passeggeri in pena dei trasporti londinesi come sostituto dell’anestesia necessaria per offuscare l’esperienza dolorosa che devono sopportare ogni giorno.

“DALLA RUSSIA CON ODIO” – le parole sono saltate fuori dalla prima pagina e l’impressione di minaccia è stata sottolineata da una grande foto di un accigliato Vladimir Putin. L’articolo ci informava che il nostro amato Primo Ministro Theresa May, nella sua saggezza, aveva concluso che in questa faccenda, il dito doveva essere puntato in modo irreversibile in un’unica direzione: Mosca.

Questa stupefacente informazione non sembrava aver avuto alcun particolare effetto tra le fila compatte della “Madre dei Parlamenti” (proverbiale espressione per definire il Parlamento britannico, ndt); né avrebbe potuto, dal momento che la Camera aveva già ricevuto alcuni giorni prima, le stesse informazioni dal Ministro degli Esteri. Inoltre, difficilmente avrebbero potuto ignorare questa portentosa conclusione, per il semplice fatto che era stata ripetuta con una monotona regolarità in ogni singolo giornale, canale televisivo e stazione radio del regno. Di conseguenza, quello che avrebbe dovuto essere un discorso molto significativo del Primo Ministro si è rivelato essere né carne né pesce.

Theresa May ha affermato che la decisione di incolpare la Russia si basa sul “precedente della Russia negli omicidi di stato e sulla nostra valutazione che la Russia considera alcuni disertori come obiettivi legittimi degli omicidi.” Non c’è naturalmente nessun dubbio che la Russia abbia compiuto omicidi di questo tipo, così come lo hanno fatto la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Francia e molti altri paesi.

Gli Stati Uniti non hanno esitato ad assassinare Osama bin Laden, sebbene risiedesse sul territorio di quello che avrebbe dovuto essere un alleato, il Pakistan. Neanche la Gran Bretagna ha esitato ad assassinare i propri cittadini che si erano uniti all’Isis in Siria. Non dimentichiamoci poi la politica di “sparare per uccidere” che è stata condotta nell’Irlanda del Nord, nonostante fosse del tutto contraria alla legge britannica.

Dal momento che l’imputato era già stato processato e giudicato colpevole dal tribunale della “stampa libera”, rimaneva solo da pronunciare la sentenza. La quale, data l’estrema gravità del reato, ci si poteva aspettare che almeno sarebbe stata (per usare termini diplomatici) severa, come quella di essere impiccato, sventrato e squartato. Questo era il metodo collaudato che nei bei tempi il nostro sistema legale usava per correggere rapidamente ed efficacemente i trasgressori. I parlamentari aspettavano con il fiato sospeso. Ma stranamente, invece di pronunciare immediatamente la sentenza, la signora May ha fatto qualcosa di strano: ha dato un ultimatum.

Qualche pagina dopo, il Metro strillava nuovamente:

“PER I RUSSI LA SCADENZA È MEZZANOTTE”

Ora questa è roba davvero drammatica! Nonostante il fatto che “tutti sappiano” come ci fosse la Russia dietro questa azione ignobile e poiché “tutti sanno anche” che l’ordine sarebbe potuto arrivare solo da un uomo – lo zar Putin I – avrebbe poco senso concedere loro alcune ore per spiegare perché un gas nervino di fabbricazione russa sia stato usato nell’attacco.

Sfortunatamente, tutti sanno che Mosca ha dato un certo numero di inequivocabili smentite la settimana scorsa. Ciò riduce considerevolmente l’impatto drammatico della famosa “scadenza a mezzanotte”. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov ha affermato che alla Russia è stato negato l’accesso alla sostanza utilizzata per avvelenare Skripal e che non avrebbe risposto all’ultimatum fino a quando non gli fosse stato dato accesso a tale sostanza.

Ciononostante, Theresa May ha insistito affermando che “se non ci sarà una risposta credibile, concluderemo che questa azione equivale ad un uso illegale della forza da parte dello stato russo nei confronti del Regno Unito”. Sebbene non specificasse le misure che avrebbe preso per difendere il Regno Unito da tale aggressione, l’implicazione era chiara: o ci date la risposta che chiediamo, oppure …

  1. Nessuno sapeva cosa potesse significare questo “oppure …”. Ma ovviamente era destinato a essere qualcosa di veramente terribile. Tuttavia, come si poteva prevedere con certezza, a mezzanotte di martedì, Vladimir Putin stava dormendo profondamente, per nulla preoccupato dalla May o dalle sue scadenze.

‘Rispetto tra ladri’

Nonostante l’insistenza delle affermazioni fatte dai media secondo cui “la Russia è colpevole”, questo caso solleva alcuni dubbi molto seri. Per cominciare, abbiamo il fatto che Sergei Skripal (che tra l’altro non è una “spia russa” ma una spia che attualmente lavora con l’intelligence britannica) è stato il protagonista di scambio di spie molto pubblicizzato nel 2010.

È un principio consolidato che in tali casi, coloro coinvolti nello scambio passano sotto la responsabilità del paese per il quale hanno fatto le spie e vengono lasciati in pace dal paese che hanno tradito. Questo “codice d’onore” è stato sostenuto per molti decenni. In effetti, se così non fosse, gli scambi di prigionieri, che sono spesso utili a entrambe le parti, sarebbero impossibili. Se dopo lo scambio e con la garanzia di un’esistenza sicura in un altro paese, la vita di una spia fosse messa in pericolo, i principi fondamentali di tali scambi non varrebbero nulla. Questo non sarebbe nell’interesse di nessuno.

Il fatto che i figli di Skripal siano stati in grado di viaggiare liberamente avanti e indietro è un’altra indicazione di come sia improbabile che la Russia abbia scelto Skripal come obiettivo. Ma c’è un’altra ragione ancora più ovvia per dubitare delle accuse contro la Russia. Se avessero voluto liquidare Skripal, avrebbero potuto farlo senza problemi quando era in prigione in Russia. Avrebbero potuto farlo scomparire in silenzio e nessuno avrebbe fatto domande.

Perché aspettare quattro anni, durante i quali Skripal viveva pacificamente a Londra, per poi assassinarlo in modo così palesemente provocatorio? La stessa modalità di esecuzione solleva serie domande.

Un servizio di spionaggio con esperienza, efficiente e ben equipaggiato come l’FSB (l’equivalente moderno del KGB) ha a sua disposizione molti metodi per sbarazzarsi dei nemici. Metodi che includono veleni sofisticati che possono causare la morte simulando un attacco di cuore. Ma ci sono un sacco di metodi antiquati e meno sofisticati che sono ugualmente efficaci, come fare in modo che qualcuno cada sotto le ruote di un autobus o di un treno nella metropolitana.

Cui bono?

In ogni caso di omicidio, gli investigatori devono sempre fare una domanda che, nel linguaggio giuridico è: ‘Cui bono?‘ – A chi giova? Ma nel caso Skripal questa domanda elementare è stata evitata in maniera studiata. Quale motivo potrebbero avere avuto i russi per uccidere un uomo che difficilmente può essere considerato una figura importante nell’oscuro mondo dello spionaggio? Chiaramente non lo consideravano una minaccia e Skripal evidentemente non si sentiva minacciato o non avrebbe vissuto alla luce del sole senza nemmeno preoccuparsi di nascondere la sua identità.

Alcuni hanno suggerito che potrebbe essere stato vulnerabile perché, a quanto si dice, avrebbe fornito alle forze armate britanniche e ad altri, particolari sul funzionamento dell’intelligence russa. Ma questo genere di cose è abbastanza normale per i disertori di entrambe le parti: è uno dei modi con cui guadagnano il loro pane quotidiano nel loro paese d’adozione. Funziona in entrambi i sensi: i disertori russi dell’Occidente e i disertori occidentali in Russia. Fa tutto parte dello stesso gioco.

Ci sono un sacco di altre spie scambiate che hanno fatto lo stesso: Oleg Kalugin, il più noto disertore del KGB negli Stati Uniti e Oleg Gordievsky nel Regno Unito, hanno entrambi parlato del loro lavoro precedente per anni senza essere avvelenati con gas nervino su una panchina del parco o altre conseguenze spiacevoli.

Non è escluso che individui o gruppi che avevano subito dei torti da Skripal abbiano voluto vendicarsi. Né si può escludere che i suoi legami ancora esistenti in Russia, attraverso la figlia e il defunto figlio, possano averlo coinvolto in attività pericolose. I russi hanno dichiarato che il tipo di gas nervino utilizzato è molto vecchio e non è più utilizzato dal loro esercito. Sostengono che il governo ucraino possiede scorte di quell’agente e aveva un chiaro motivo per usarlo: provocare divisioni tra la Russia e l’Occidente. Tuttavia, tutto questo è nel regno della speculazione. Nessuno sa davvero chi o cosa ci sia dietro a questo.

Qual è il vero problema?

Qual è il vero problema? Per comprendere gli eventi che si stanno svolgendo su scala mondiale, è necessario prima di tutto dissipare la fitta nebbia della propaganda e porre la domanda: quali interessi sono coinvolti? Spesso accade che per manipolare l’opinione pubblica, gli imperialisti tentano di giocare sulle nostre emozioni, così che le nostre menti siano annebbiate e la ragione smetta di funzionare. Lo abbiamo visto recentemente in Siria e lo vediamo nuovamente nel caso del tentato omicidio di Sergei Skripal e sua figlia, Yulia.

Certamente, le circostanze di questo caso sono state così scioccanti da provocare inevitabilmente un’ondata di repulsione e indignazione tra molte persone. Ma questi naturali sentimenti umani di simpatia possono essere facilmente manipolati da elementi senza scrupoli e distorti per favorire particolari interessi politici.

La prima domanda che deve essere posta è: cosa c’è dietro la campagna sistematica per infangare il nome della Russia? Dalla caduta dell’Unione Sovietica, la Russia ha visto ridursi fortemente il suo ruolo di potenza a livello mondiale, mentre l’imperialismo americano ha scatenato l’offensiva in un paese dopo l’altro: prima i Balcani e poi l’Iraq. Nello stesso tempo la NATO estendeva le sue sfere di influenza in aree che in precedenza erano satelliti dell’Unione Sovietica.

Quando si afferma che la Russia si sta comportando in modo aggressivo, bisogna ricordare che nell’ultimo periodo la Russia è stata circondata da stati che sono caduti sotto l’influenza degli Stati Uniti e della NATO, la loro organizzazione militare fantoccio. Se in Georgia e Ucraina, la Russia ha reagito, è stato per difendersi dall’aggressione americana.

Lo stesso vale per la Siria, dove la CIA e i suoi tirapiedi sauditi hanno armato e finanziato le più feroci organizzazioni jihadiste – tra cui l’Isis – nel tentativo, fallito, di rovesciare il regime di Assad. L’intervento della Russia ha sconfitto questa aggressione e la Russia è ora la potenza dominante in Siria. Gli Stati Uniti sono stati costretti a ritirarsi e accettano a malincuore la realtà della situazione. Questo mostra i limiti del potere americano su scala mondiale.

Ma sebbene l’Occidente non sia in grado di contenere militarmente la Russia, cerca tuttavia di aizzare l’opinione pubblica contro di essa, dipingendola nel modo più malvagio, mentre nasconde sistematicamente i crimini commessi dall’America e dai suoi partner in Medio Oriente e altrove.

Lo abbiamo visto recentemente con una visita del principe ereditario dell’Arabia Saudita a Londra. I media hanno deliberatamente mantenuto un silenzio complice sui crimini di guerra commessi dai sauditi contro il popolo yemenita, preferendo concentrare tutta l’attenzione su Ghouta est. Sembra che il governo britannico sia stato ricompensato dai sauditi per la sua complicità con contratti appetitosi.

È molto conveniente per gli americani e i loro tirapiedi della NATO coltivare l’immagine del “nemico esterno”, cioè la Russia. L’obiettivo è di mantenere un’ambiente di tensione, paura, persino isteria per assicurarsi che il pubblico accetti enormi aumenti nella spesa per le armi, mentre si fanno profondi tagli alle spese per la salute, l’istruzione, le pensioni e gli alloggi. Non è un caso che, non appena il caso Skripal è stato sbattuto sui titoli dei giornali, un ammiraglio britannico in pensione abbia immediatamente chiesto un aumento delle spese militari, già consistenti, sostenendo che esista una minaccia immediata per la Gran Bretagna.

Le “ampie misure” di Theresa May

Le terribili minacce della May sono state accolte con un silenzio tombale da Mosca. Irritata oltre misura dal fallimento delle sue minacce nel produrre risultati visibili, la May si è nuovamente recata alla Camera dei Comuni per precisare quali misure sarebbero state adottate contro la Russia. Si riducono a quanto segue:

1. L’espulsione di 23 diplomatici russi che si dice siano spie. Gli verrà data una settimana per andarsene.

2. Il governo renderà esecutivi nuovi poteri mirati a trattenere “persone sospettate di attività ostile alla frontiera”.

3. Il Regno Unito aumenterà i controlli sui voli privati, doganali e merci dalla Russia.

4. Il Regno Unito congelerà i beni russi se vi sono prove che vengono utilizzati per compromettere la sicurezza britannica.

5. Verranno emanate nuove leggi per proteggere il Regno Unito dalle attività ostili. Ciò includerà maggiori poteri da parte del governo nelle sanzioni.

6. Il governo esaminerà se sarà necessario conferire nuovi poteri di controspionaggio.

7. Il Regno Unito ha sospeso tutti i contatti diplomatici di alto livello con la Russia. Ciò comprende la cancellazione di un invito al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov e la mancata presenza di ministri del governo o membri della famiglia reale alla Coppa del Mondo di calcio di questa estate in Russia.

Consideriamo queste misure punto per punto:

1) La May l’ha descritta come “la più grande espulsione singola in 30 anni”. L’ultima grande espulsione di diplomatici sovietici ebbe luogo nel 1971. In quell’occasione furono espulsi oltre cento diplomatici. La differenza è che all’epoca l’ambasciata a Londra era composta da oltre 500 diplomatici, mentre oggi ne conta poco più di 50. Questo apre a due letture.

Da un lato, in termini percentuali, viene espulso un numero maggiore di diplomatici (quasi il 40% del personale totale). D’altra parte, il numero molto esiguo di diplomatici con sede a Londra indica che Mosca non considera più la Gran Bretagna una potenza mondiale seria.

L’argomento con cui cui i suddetti diplomatici sono stati giudicati colpevoli di spionaggio è solo una barzelletta. È un segreto di Pulcinella che molti, se non tutti, i diplomatici e il personale di un’ambasciata sono in un modo o nell’altro coinvolti nel lavoro di intelligence e nelle attività di spionaggio. Il corpo diplomatico è solo un altro braccio dell’esercito e la diplomazia è solo un altro modo di condurre la guerra. Lo spionaggio è una parte tradizionale di tale attività.

Di norma, i servizi di intelligence non sono favorevoli all’espulsione di diplomatici, per la semplice ragione che si tratta di un’arma a doppio taglio. Mosca risponderà indubbiamente alle azioni della May e dei sui amici nelle modalità consolidate. Espelleranno un uguale numero di diplomatici e spie britannici (perché è quello che sono) da Mosca. Se gli uomini del Cremlino sono stati irritati a sufficienza dalle sciocchezze di Londra, potrebbero persino espellerne di più. È un po’ come tirarsi la zappa sui piedi.

Punto 2) Questo potere era in precedenza limitato ai presunti terroristi, ma ora si applicherà potenzialmente a tutti i cittadini russi. Insieme al punto 3) questo provvedimento causerà senza dubbio alcuni disagi ai numerosi miliardari russi che onorano spesso la nostra capitale con la loro presenza e aiutano l’economia britannica a superare le proprie difficoltà attraverso la loro generosità.

Ma il punto 4) provocherà la furia dei suddetti miliardari russi che, oltre ad acquistare case costose a Mayfair, hanno anche l’abitudine di acquistare i servizi politici dei principali membri del Partito Conservatore attraverso i loro generosi contributi ai fondi del partito.

Uno degli aspetti più divertenti dell’ultimo discorso della May è stato il modo con cui ha cercato di eseguire un difficile esercizio di equilibrismo che mira a provocare il massimo danno alla Russia sul piano diplomatico e politico, mentre evita accuratamente qualsiasi potenziale danno che potrebbe essere causato agli interessi economici delle grandi imprese britanniche.

Le misure contro le banche russe sono state prese in considerazione, ma sono state nettamente respinte perché la rappresaglia russa contro la City di Londra ne sarebbe stata la probabile conseguenza. D’altra parte, aziende come BT, che hanno interessi finanziari molto importanti in Russia, sarebbero vulnerabili alle rappresaglie. Theresa May ha quindi dovuto procedere con estrema attenzione su questi temi, così vitali per l'”interesse della nazione”. O dovremmo dire, gli interessi della classe che lei rappresenta.

Possiamo tranquillamente saltare i punti rimanenti riguardanti non ben specificati contatti di alto livello con la Russia e altre misure altrettanto vaghe. Si potrebbe pensare che, per citare le parole del nostro ministro degli Esteri, degli “atti di guerra” avrebbero suscitato misure molto più drastiche di questa!

Un momento! Abbiamo dimenticato di menzionare la non sorprendente misura più importante di tutte: nessun ministro del governo e nessun membro della famiglia reale sarà presente alla festa della Coppa del Mondo in Russia. Non abbiamo alcun dubbio sul fatto che questo gesto finale costituirà un tale colpo mortale al prestigio della Russia che in futuro farà riflettere Putin due volte prima di tralasciare di rispondere a qualsiasi domanda postagli dalla May.

Tuttavia, notiamo con una certa sorpresa, che non si fa menzione del boicottaggio della squadra di calcio inglese ai giochi di Mosca, malgrado il fatto deplorevole che i Principi William, Harry e Boris il Barbaro non saranno presenti per aumentare il patriottico spirito combattivo della squadra. Speriamo sinceramente che queste deplorevoli assenze non influenzino le chances di successo sul campo di calcio. Siccome sembra che non abbiamo la possibilità di inviare alcuna cannoniera per bombardare i russi, potremmo almeno infastidirli segnando alcuni gol …

 

Il “forte sostegno”

Il ministro degli Esteri ci ha informati che il “forte sostegno” mostrato per la reazione del governo è stato incoraggiante. Boris Johnson ha detto che il Regno Unito ha parlato con gli alleati e che c’è stata una “volontà” di mostrare “solidarietà”. In particolare, ha elogiato le parole gentili pronunciate dal segretario di Stato americano Rex Tillerson, il quale ha affermato che gli è sembrato “un gesto davvero vergognoso … chiaramente proveniente dalla Russia” e che ci dovrebbero essere “serie conseguenze”.

Ecco finalmente il tipo di discorso che ogni focoso patriota britannico si aspettava dai nostri alleati negli Stati Uniti. Dopotutto, era giunto il momento che la nostra relazione speciale trovasse il riconoscimento che meritava. Ma il pomposo elogio di Boris Johnson per Tillerson si è rivelato in qualche modo sfortunato, visto che poche ore dopo questi è stato licenziato dal suo capo Donald Trump.

Evidentemente il Presidente si è un po’ stancato di persone che usano troppo spesso la parola “Russia”. Non è molto appassionato dall’idea di essere costretto ad azioni affrettate a causa delle pressioni di Londra, in particolare quando ci si basa su documenti anonimi dell’MI5. Alla fine ha accettato di ricevere una telefonata della May, ma i suoi commenti su questa faccenda non possono essere descritti come eccessivamente entusiasti.

Ma Boris Johnson può aspettarsi con certezza qualche azione più decisiva dalla NATO? Come si poteva prevedere, quell’organizzazione ha colto avidamente questo incidente per andare avanti in maniera indipendente. Ha espresso preoccupazione per “il primo uso offensivo di un agente nervino sul territorio dell’alleanza fin dalla fondazione della NATO”. Inoltre, il segretario generale Jens Stoltenberg non ha perso tempo nel lodare la ferma posizione di Londra contro “l’aggressione russa”:

“Il Regno Unito è un alleato di grande valore e questo incidente è di grande preoccupazione”.

Ma nonostante tutta la loro “grande preoccupazione”, nessuno della NATO sta proponendo alcuna azione e certamente non sta invocando l’Articolo 5, secondo cui un attacco contro un membro della NATO equivale ad un attacco contro tutti i membri. Evidentemente, l’unica preoccupazione di Stoltenberg e dei suoi amici è quella di usare questo affare per infangare il nome della Russia e intensificare la loro propaganda senza alzare un dito per aiutare i loro “amici” a Londra. Ma come si dice, le belle parole non servono a niente.

Questo per i nostri alleati in America e nella NATO. Ma che dire dei nostri amici in Europa? La cosa triste è che, al giorno d’oggi, la Gran Bretagna ne ha pochissimi. Con le loro pretese arroganti, gli stupidi Tory a favore della Brexit, sono riusciti a alienarsi quasi tutti quelli dall’altra parte della Manica. È vero, il presidente Macron ha usato parole di conforto. Ma le parole non costano niente, fino a quando non portano ad alcuna azione e Macron evidentemente non ha in mente nessuna azione particolare.

Tutti sanno che il paese chiave dell’Europa è la Germania e Angela Merkel ha coltivato ottimi rapporti con la Russia – rapporti che offrono al suo paese accordi vantaggiosi dal punto di vista commerciale e una pronta fornitura di gas a basso costo. L’unica sanzione che danneggerebbe la Russia sarebbe un divieto all’acquisto di gas russo. Ma i paesi europei, incluso il Regno Unito, hanno fatto molta attenzione a garantire che le loro politiche sanzionatorie lo escludano in modo specifico.

Triste a dirsi, le fonti alternative per importare gas sono molto limitate nella pratica. Questo è vero per il Regno Unito come per la maggior parte dei paesi europei. Il gas naturale liquefatto americano non è un’opzione praticabile a causa della distanza. La Russia ha adottato una politica dei prezzi intelligente, progettata per mantenere il gas americano fuori dal mercato europeo. L’Europa e il Regno Unito continueranno a dipendere dal gas russo per il prossimo futuro. Dopo tutto, bisogna stare al caldo, anche in tempo di guerra …

Gran Bretagna o Piccola Inghilterra?

C’è un vecchio proverbio che dice “solo gli sciocchi si precipitano dove gli angeli non osano andare”. A prima vista è difficile comprendere la fretta con cui i rappresentanti politici della classe dirigente britannica stanno portando avanti un conflitto completamente privo di senso e inutile contro la Russia. Tuttavia, nella realtà, è tutto troppo comprensibile.

Tanto tempo fa Trotskij disse che i governanti britannici pensavano non in anni ma in secoli. Al giorno d’oggi non riescono vedere oltre il proprio naso e alcuni di loro nemmeno quello. Il partito conservatore è ora spaccato in pezzi e aggrappato al potere con le unghie. Hanno sbagliato i calcoli nel referendum sull’Europa, hanno sbagliato i calcoli nei loro rapporti con la Scozia e hanno malamente sbagliato i calcoli l’anno scorso quando hanno convocato un’elezione che ha portato alla perdita della loro maggioranza parlamentare.

Al momento l’ala dominante del partito conservatore britannico è composta dagli sciovinisti più retrogradi, reazionari, ignoranti e stupidi. Nella loro follia queste persone credono che la Gran Bretagna sia ancora una grande potenza imperiale e una forza nella politica mondiale. Fanno bene a credere in ciò (e lo fanno con fervore) perché nessun altro lo fa. Attualmente la Gran Bretagna è più isolata dal mondo che in qualsiasi altro periodo della storia.

Decidendo di lasciare l’Unione europea, i Tories hanno rinunciato all’unica possibilità che avesse la Gran Bretagna di influenzare ancora gli affari mondiali in modo significativo. Come un esercito di caproni suicidi, hanno guidato la carica oltre la scogliera verso l’abisso. Parlano in grande misura di riconquistare l’indipendenza, ma il fatto è che la Gran Bretagna non è affatto indipendente. Più che in qualsiasi altro momento la Gran Bretagna è interamente sotto il controllo del Grande Fratello che si trova dall’altra parte dell’Atlantico. Ciò condiziona ogni aspetto della politica estera britannica, specialmente nelle sue relazioni con la Russia.

Gran parte delle ragioni per l’atteggiamento bellicoso nei confronti di Mosca è un desiderio servile e ossequioso di compiacere Washington. Quando parlano di una “relazione speciale” non mentono. La relazione speciale esiste davvero, ma è la relazione speciale tra un servo e il suo padrone. Washington dice “salta” e Londra dice “quanto in alto?”

Nella loro ansia di compiacere il grande capo a Washington, i leader del partito conservatore non solo seguono pedissequamente il messaggio che viene dall’altra parte dell’oceano, ma si sforzano di ripeterlo di diverse ottave più alto. Devono battere gli americani nella loro propaganda, dandogli un tono ancora più stridulo e isterico. Ma la Gran Bretagna non è l’America e Mosca guarda alla sua retorica con lo stesso sdegno e disprezzo che un uomo potrebbe mostrare di fronte ai guaiti di un cagnolino che cerca di morderti il calcagno. Di regola, semplicemente lo ignorerà. Ma ogni tanto gli rifilerà un doloroso calcio sui denti. Questo è esattamente ciò che la May può aspettarsi ora.

La quinta colonna laburista

Va dato merito a Jeremy Corbyn di non essersi unito al coro universale di isteria contro la Russia. Alla Camera dei Comuni il leader laburista ha denunciato l’ipocrisia dei conservatori, i quali hanno ricevuto ingenti somme di denaro provenienti dai ricchi russi che vivono a Londra. Il fatto che il partito al governo del Regno Unito abbia ricevuto enormi sussidi da fonti straniere (tra l’altro fonti russe) è stato tranquillamente nascosto sotto al tappeto. La denuncia di Corbyn per questo scandalo è stata quindi accolta da urla di proteste dai banchi dei Tory.

Al grido di “disonore”, il leader laburista ha affermato che “enormi fortune … ottenute in Russia nelle più dubbie circostanze” hanno finito per “trovare rifugio a Londra nel tentativo di acquisire una influenza nella politica britannica”. Poi ha esortato il governo a impegnarsi in “un dialogo forte con la Russia su tutte le questioni che dividono i nostri paesi … piuttosto che semplicemente interrompere i contatti lasciando che le tensioni e le divisioni peggiorino”.

Dato che la crisi attuale è stata progettata proprio con l’unico obiettivo di aumentare le divisioni e le tensioni tra il Regno Unito e la Russia, il consiglio di Corbyn è caduto nel vuoto. L’ala destra che ora detta legge nei Tory è convinta che la Gran Bretagna domini ancora i mari ed è ansiosa di provare questa convinzione affermando l’indipendenza della Gran Bretagna (dall’Europa) e la sua capacità di far tremare Putin.

Qualsiasi somiglianza tra questo assurdo delirio e la realtà è ovviamente irrilevante. Ma i Tories schiumavano rabbia quando il leader laburista ha spiegato come stavano le cose. Per dimostrare il vecchio adagio secondo cui il patriottismo è l’ultimo rifugio di una canaglia, il deputato dei Tory, Johnny Mercer era tutto pieno di rabbia quando ha descritto le dichiarazioni di Corbyn come “vergognose”, aggiungendo: “È chiaro che il Regno Unito è stato attaccato da un altro stato”.

Il fatto che nessuno abbia prodotto la minima prova di un simile attacco non ha impedito alla destra blairiana del gruppo parlamentare del Partito laburista di aggiungere la sua voce al branco di Tory che stavano urlando. Un ex ministro laburista della destra, Chris Leslie, ha detto:

“Ci sono circostanze in cui abbiamo divergenze politiche fra i partiti. Ma quando il nostro paese è potenzialmente sotto attacco, non è appropriato. ”

Questo fronte unico tra i Tories e la destra laburista non è né nuova né un’eccezione. Negli ultimi mesi ci sono state chiare indicazioni che si sta formando un blocco tra i parlamentari blairiani nel Partito laburista e quelli conservatori europeisti sulla questione dell’Europa. Questa è senza dubbio una cosa che avverrà.

La verità è che la destra laburista ha molto più in comune con i conservatori e i liberali che con la base laburista, che sostiene in modo schiacciante Jeremy Corbyn e vuole che il Labour adotti chiare politiche socialiste. Il partito dei Tory è in una profonda crisi. Le ultime pagliacciate della May sono pensate per gettare polvere negli occhi della gente in Gran Bretagna, distogliendo la loro attenzione dagli urgenti problemi della disoccupazione, dei bassi salari, della cronica mancanza di alloggi e un servizio sanitario nazionale sotto-finanziato che si sta rapidamente dirigendo verso il collasso. Invece, la popolazione britannica è invitata a dimenticare i suoi problemi e a sventolare la Union Jack.

Il bombardamento di propaganda patriottica non avrà l’effetto desiderato. I lavoratori britannici dopo anni di austerità, tagli e abbassamento del tenore di vita, stanno diventando insofferenti. I giorni di questo governo reazionario sono contati. Non possono salvarsi suonando i tamburi di guerra. Alle prossime elezioni senza troppe cerimonie gli verrà mostrata la porta e si sta preparando il terreno per l’elezione di un governo laburista.

Questo è qualcosa che ogni lavoratore dovrebbe sostenere e per cui dovrebbe lottare. Ma di per sé l’elezione di un governo laburista non risolverà nulla. Ciò che è necessario è un vero programma socialista che non abbia paura di colpire gli interessi personali dei grandi affaristi, dei banchieri e dei capitalisti nell’interesse della stragrande maggioranza del popolo britannico – la classe operaia.

Ma qualsiasi tentativo di intraprendere questa strada incontrerà la decisa resistenza della quinta colonna dei parlamentari del Partito laburista. Questi traditori saranno sono del tutto pronti a pugnalare alle spalle un governo laburista, in modo organizzato assieme ai conservatori e ai liberali per abbatterlo. La lotta per le politiche socialiste e la vittoria laburista comportano quindi una lotta implacabile contro la destra del partito. Solo in questo modo possiamo garantire non solo una vittoria, ma anche un governo laburista che porti realmente avanti delle politiche nell’interesse della maggioranza e non dei pochi.

15 marzo 2018

 

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